ESERCIZI DI STILE: DEFINIAMO IL MENTORING

"Mentore" fu il nome dell'uomo di fiducia cui Odisseo affidò la cura del figlio Telemaco durante la propria assenza:
«Tacque, e s'assise; e Mentore levossi
Del padre il buon compagno, a cui su tutto
Vegghiar, guardare il tutto, ed i comandi
Seguitar di Laerte, Ulisse ingiunse»
Etimologicamente proviene dallo stesso ceppo di mênyô (che diventa moneo in latino) e tiene alla radice indoeuropea √man- che indica il pensiero, la conoscenza. Nella società greca il mentore era una figura di spicco nel panorama culturale cui veniva affidata l'educazione dei giovani rampolli delle  famiglie più agiate: un esempio fra tutti Aristotele, che si occupò dell'educazione di Alessandro Magno.

 Un primo importante spostamento semantico, dalle società più antiche a quella greca classica, è stato dal concetto di mentore inteso come una specie di padrino, con compiti sostitutivi del genitore assente per lungo tempo, all'interpretazione in senso più strettamente educativo. Anche nel mondo romano il mentore era il precettore, l'aio o l'istitutore, ruolo rivestito solitamente da prigionieri di guerra greci resi schiavi la cui cultura, nonostante il ruolo sociale inferiore, continuava a essere riconosciuta e ammirata: furono proprio i maestri greci a diventare i punti cardine per la diffusione della cultura filosofica tra i Romani.

Fin dall'origine la parola circoscrive un significato che include le idee della guida e della formazione, ma di cosa? Guida e formazione di ciò che, con le dovute generalizzazioni, possiamo chiamare "coscienza". Relazioni del tipo mentor-protegé si incontrano in ogni ambito della storia occidentale, non solo antica: in scienza (Sigmund Freud e Carl Jung), letteratura (Gertrude Stein e Ernst Hemingway), politica (George Whyte e Thomas Jefferson), arte (Haydn e Beethoven), sport (Phil Jackson e Michael Jordan) e spettacolo (Tina Turner e Mick Jagger).1

Oggi una definizione del mentoring richiede un salto dal senso comune alle scienze umane anglosassoni, che l'hanno formalizzato a partire dalle esperienze maturate sul campo, in contesti naturali [Spencer, 2007]. Con il termine mentoring ci si riferisce a un insieme di relazioni connotate da una fondamentale asimmetria tra gli attori coinvolti: da un lato infatti si ha un mentee - non necessariamente un bambino o un adolescente, può anche trattarsi di una persona adulta - che ha un bisogno di carattere lavorativo (desidera acquisire delle nuove competenze) o esistenziale (ha bisogno di un sostegno e di una guida); dall'altra il mentor, che mette a disposizione la propria persona con apertura e disponibilità per andare incontro al bisogno dichiarato (anche se non sempre il bisogno dichiarato coincide con quello effettivo).

Per alcuni autori2 si può chiamare "mentoring" qualsiasi relazione tra un anziano e un giovane o tra pari orientata allo sviluppo; esempi di questo tipo sono il coaching, il counselling, il tutoring, anche se è importante riconoscere che il mentoring gode di uno statuto concettuale autonomo rispetto a questi, ovvero è da un lato una categoria che include alcune pratiche ma dall'altro è anche una pratica a sé: come viene detto dalla società Management Mentors Inc. "a mentor may coach, but a coach does not mentor"3.

È dunque importante mantenere le distinzioni, sebbene si riconosca la vicinanza concettuale e operativa di simili pratiche. Il mentoring, come costrutto a sé, si declina in alcune forme specifiche1:
  • youth mentoring, che coinvolge un giovane e un adulto che fornisce supporto in diverse aree, come gli studi, le sc
  • student-faculty mentoring, racchiuso nella cornice dell'apprendistato, ma aperto alla trattazione di questioni non solo accademiche o lavorative;
  • elte lavorative e in generale in ogni decisione importante;
  • workplace mentoring, dove la distinzione tra senior e junior non riflette necessariamente una differenza in termini di età, ma di esperienza lavorativa, utile nella fase dell'avvio a una carriera o in qualunque momento di cambiamento rilevante.

Concentrandoci sugli elementi necessari nel definire il mentor proponiamo tre definizioni diverse, rinvenute sul web, a titolo di esempio:

"Mentor is someone who gives wise advice. [...] In practice, mentors provide a spectrum of learning and supporting behaviours, from challenging and being a critical friend to being a role model, from helping to build networks and develop personal resourcefullness to simply being there to listen, from helping people work out what they want to achieve, and why, to planning how they will bring change about". David Clutterbuck4
"Mentoring is to support and encourage people to manage their own learning in order that they may maximise their potential, develop their skills, improve their performance and become the person they want to be." Eric Parsloe, The Oxford School of Coaching & Mentoring5
"[Mentoring is] employee training system under which a senior or more experienced individual (the mentor) is assigned to act as an advisor, counselor, or guide to a junior or trainee. The mentor is responsible for providing support to, and feedback on, the individual in his or her change."6

Vediamo che i nuclei di significato comuni sono:
  • apprendimento/formazione (possiamo considerarlo il contesto cognitivo del mentoring);
  • sviluppo delle risorse, delle competenze e del potenziale (il processo del mentoring);
  • ricorso a feedback, consigli, role modeling (gli strumenti del mentoring);
  • cambiamento, miglioramento, emancipazione (gli obiettivi del mentoring);
  • supporto (il contesto affettivo del mentoring).
Si può dunque avanzare l'ipotesi di una definizione intessendo i contributi analizzati in modo organico, tenendo presente anche i diversi possibili ambiti di applicazione:
Il mentoring è una relazione formativa tra una persona senior (mentor) e una junior (protegé), dove la differenza tra senior e junior può essere in termini di esperienza ed età o anche solo di esperienza; ha come obiettivo il cambiamento, inteso come sviluppo di risorse, potenziale e competenze, ed è orientata sia all'apprendimento che al supporto tramite feedback, consigli e role modeling.
Armando Toscano






1. EBY, L. T., RHODES, J. E., ALLEN, T. D. [2007], Definition and Evolution of Mentoring, in ALLEN, T. D., EBY, L., The Blackwell Handbook of Mentoring: a Multiple Perspectives Approach, pp. 7-20, ed. Blackwell Publishing:USA.

2. CARTER, S. [1994] The Development, Implementation and Evaluation of a Mentoring Scheme, in Industrial and Commercial Training, n. 26, UK: Emerald Group Publishing.

3. http://www.management-mentors.com/resources/coaching-and-mentoring/

4. CLUTTERBUCK, D. [1985] Everyone Needs a Mentor: Fostering Talent in Your Organisation, ed. IPM.

5. http://www.mentorset.org.uk/pages/mentoring.htm

6. http://www.businessdictionary.com/definition/mentoring.html#ixzz2tmy60cuY

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