L'ELICOTTERO DI DRAGHI…

…(1), i ritorni elastici a destra in Germania (2), alcuni dei possibili retroscena dell'orgoglioso incontro tra Renzi e Merkel (3).

(1) L’elicottero del liberista Friedman, in Italia, piace per esempio al leader di Sinistra italiana, l’euroscettico Stefano Fassina, ma anche a Yoram Gutgeld, consigliere economico del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il primo sostiene che “dopo tutto, non è chiaro perché sia considerato accettabile finanziare le banche ma non i governi”. Gutgeld probabilmente la pensa più come Guido Tabellini, economista e già rettore della Bocconi, che due settimane fa l’elicottero lo ha portato in prima pagina sul Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria, scrivendo fra l’altro: “Con i tassi d’interesse a zero o negativi, gli strumenti tradizionali di politica monetaria non funzionano più. E anche gli strumenti non convenzionali a disposizione delle Banche centrali sono quasi esauriti. Eppure, dal punto di vista tecnico, uno strumento per aumentare la domanda aggregata esiste anche nella situazione attuale: è la cosiddetta ‘moneta distribuita con l’elicottero’, per usare le parole di Friedman. Cioè la Banca centrale stampa moneta e la distribuisce ai cittadini, non in cambio di qualcosa (titoli di stato o la promessa di una restituzione futura), ma in modo permanente e a fondo perduto”.
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(2) Il 4 settembre 2015 Angela Merkel apriva le frontiere con lo slogan coraggioso «wir schaffen das», «ce la faremo». Concretamente, ciò significava in quel momento consentire ai circa seicento profughi bloccati nella stazione di Budapest di entrare in Germania. Ma quel gesto ha provocato una valanga politica che tiene tuttora l’Europa con il fiato sospeso come mai era accaduto dall’epoca della seconda guerra mondiale e che contiene in sé un altissimo potenziale di disgregazione dell’Unione Europea.
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La nuova Giulia rosso sfavillante sotto il sole di maggio è lì, parcheggiata in un angolo del cortile di Palazzo Chigi. Matteo Renzi ha voluto che rimanesse lì, dopo l’incontro mattutino con Sergio Marchionne. E infatti quando la indica ad Angela Merkel, dopo gli inni nazionali che precedono ogni bilaterale di Stato, riesce a strapparle un sorriso di apprezzamento. Il premier prepara questo incontro con la Cancelliera con l’obiettivo di sfoggiare tutto l’orgoglio italiano possibile, dalla Giulia nuova di zecca alla spilletta ‘Alfa Romeo’ che indossa sulla giacca, dalle riforme che infatti Merkel torna ad apprezzare fino alle richieste italiane in tema di immigrazione che Merkel condivide ma non del tutto. Per il premier è un’occasione ghiotta per recuperare un’immagine smart del governo, dopo le grane giudiziarie dell’ultimo periodo. Tanto più che il vertice con la Cancelliera è solo un primo tempo di una partita che finisce con il Consiglio europeo di fine giugno.

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