COSA PENSANO GLI ADULTI CON DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO DELLA PROPRIA CONDIZIONE?

Il presente lavoro di ricerca è stato presentato al 5° Congresso Europeo sui Disturbi dell'Apprendimento EDA2016, organizzato dalla European Dyslexia Association e dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Essenziale è stato il contributo di due e-community su Facebook, DSA… e Genitori, Ragazzi e DSA, che hanno partecipato con entusiasmo alla ricerca. Qui di seguito il testo in italiano del poster di ricerca.
Scenario 
Un bambino con DSA può incontrare, prima e dopo la diagnosi, molti ostacoli durante il percorso di scolarizzazione: le sue difficoltà intrinseche di apprendimento potrebbero trovare un ambiente non responsivo, e le competenze degli e delle insegnanti potrebbero non corrispondere alle necessità e alle caratteristiche del bambino. 

In un primo scenario italiano abbiamo una rete che si costituisce attorno all'intervento e di conseguenza un bambino o bambina che riceve aiuto dalla scuola, dalla famiglia, dai Servizi e dagli specialisti. 


In un secondo scenario, peggiore, non si costruisce alcuna rete attorno per sostenere l'obiettivo di intervento e il bambino o la bambina rimangono totalmente isolati nel gestire il proprio DSA. 
Diventando adulti, questi bambini possono rielaborare o dimenticare alcune esperienze, ma molte di queste condizionano la memoria semantica circa la definizione di ciò che è un Disturbo dell'Apprendimento: le esperienze, i discorsi, gli episodi, le chiacchiere e ogni materiale narrativo diventano una Rappresentazione. 

Attraverso la Network Analysis (NA) possiamo identificare i nuclei semantici e i collegamenti attorno a questi, e ottenere una migliore comprensione delle conseguenze secondarie della condizione di DSA. 

Metodo
La NA è una tecnica che ci permette di costruire grafi basandoci sull'identificazione di nodi e collegamenti. Abbiamo postato un questionario on-line in due community italiane di genitori e DSA e abbiamo ricevuto 57 risposte; abbiamo chiesto nel questionario di dire le prime 15 parole che sono venute loro in mente circa la condizione di DSA, e di valutare ciascuna parola o stringa di parole inserita su una scala di polarità (positiva, negativa e neutra). Ogni parola è stata trasformata in un'entrata lessicale e trattata come un nodo, e le parole immediatamente precedenti e successive come collegamenti rispettivamente in entrata e in uscita. Abbiamo inoltre conteggiato la frequenza di ciascuna entrata lessicale e calcolato indici di Polarità (per sapere se la rappresentazione è più positiva o negativa) e Neutralità (per sapere quanto la valutazione è lontana da un punto di equilibrio). 

Risultati
L'Indice di Polarità è negativo, il che rivela una Rappresentazione globalmente negativa; l'Indice di Neutralità è alto, il che mostra una tendenza alla polarizzazione; pertanto, l'intera Rappresentazione risulta essere globalmente molto negativa. Il nodo maggiormente rappresentato è "difficoltà", seguito da "confusione" e da "senso di incomprensione". Emerge un lessico che può essere ricondotto alla motivazione ("stanchezza"), emozione ("paura") e alla qualità dell'esperienza soggettiva ("sentimento di diversità"), ma anche a possibili leve per la rimotivazione: rielaborando il DSA in termiti di peculiarità e valorizzando la creatività come un tipico elemento nel DSA.


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