SI DICE HIKIKOMORI…

…si pronuncia ritiro scolastico e sociale e chiusura in un mondo fatto di meraviglie virtuali.

Come ha inizio
Tutto ha inizio nell'età dell'adolescenza, perché di avvisaglie prima è difficile coglierne: il bambino o la bambina socializzano come tutti gli altri, sono desiderati e desiderano a loro volta stare in compagnia; giocano, escono, a scuola vanno bene o mediamente bene. 

Improvvisamente però il ragazzo o la ragazza cambiano, si sigillano nella propria stanza senza un motivo apparente, perdono interesse nell'uscire con i coetanei perché "Sono noiosi", oppure "Non ho voglia", oppure "Non mi rompere". Quel bambino o bambina perde la serenità, inizia a prendere brutti voti e comincia a saltare la scuola, inizialmente di nascosto, poi lamentando malori, poi dichiarandolo apertamente: "A scuola non ci voglio andare". 

Il fenomeno
Il fenomeno del ritiro sociale degli adolescenti con concomitante abuso dei videogiochi, è una delle forme che ha assunto il disagio oggi, momento storico in cui stiamo scoprendo con rammarico che è più facile tenere la testa china su uno smartphone che aprire lo sguardo alle persone, e ci si racconta più verità tramite messaggistica istantanea che davanti a un caffè. Viene studiato in Giappone sin dagli anni '50, in particolare con riferimento al ritiro scolastico, anche se è solo dagli anni '80 che il termine Hikikomori viene usato specificamente per il ritiro con ricaduta sui videogiochi.

Cosa fare?
Se il vostro ragazzo o ragazza mostra i segni di un ritiro sociale e abuso di videogiochi NON è ha nessuna malattia, ma sta usando i mezzi sbagliati per affrontare in modo spontaneo un disagio di cui è portatore; questo, il disagio, è sempre un'occasione di crescita e di un individuo. Allo stesso tempo non è lo specialista ad avere in mano la chiave del cambiamento, ma la famiglia stessa e il ragazzo o ragazza hikikomori: per questo è necessario predisporre un intervento che coinvolga tutti i nodi della rete sociale, anche se questa si è sfibrata in alcuni punti.

Come accorgersi del problema?
segni tipici del ritiro sociale sono i seguenti, ma è necessario non allarmarsi, una soluzione c’è: 

  • lunghe sessioni di gioco online;
  • periodi di solitudine prolungata;
  • forte paura di andare a scuola;
  • lunghe veglie notturne e sonni diurni.

Che soluzioni ci sono?
Le soluzioni ci sono, e sono basate sulle seguenti azioni, adeguabili a ogni specifica situazione:
  • primo colloquio;
  • colloquio con genitori in studio;
  • colloquio con adolescente a domicilio;
  • colloquio con insegnanti a scuola;
  • progettazione dell’intervento.
Perché succede?
La parola significa stare in disparte, e denota la condizione di quegli adolescenti che vedono, dopo aver passato l'età dell'infanzia, deteriorarsi la qualità delle relazioni con i coetanei. L'innesco può essere di diverso tipo, secondo alcuni modelli giocherebbero un ruolo importante il rifiuto (reale o percepito) da parte dei pari concomitante al senso di rifiuto da parte di un genitore, secondo altri invece si tratterebbe di una distorsione progressivamente più grande dell'interpretazione dei fatti connessi alla vita sociale. La verità è che, se parliamo di esseri umani, non possiamo semplificare le cose, ma dobbiamo essere capaci di abbracciare una complessità di ampio respiro. 

Come intervenire?
Il ritiro sociale con abuso di videogiochi sfida i metodi tradizionali di intervento, tanto che possiamo pensare che l'ideale sia la messa in campo di un dispositivo integrato solo dopo aver rivisto il nostro modo di intendere le cose tradizionalmente. Innanzitutto bisogna prendere il meglio del lavoro educativo e di quello psicologico e farlo reagire, in modo da creare uno stile ampio e flessibile. Se l'adolescente hikikomori fatica a uscire di casa, difficilmente verrà nello studio dello psicologo; allo stesso tempo, dato l'investimento del pensiero da parte della realtà virtuale, i soli strumenti dell'educatore sono insufficienti. 

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