BILANCIO 2016

L'anno passato promisi a me stesso che questo 2016 sarebbe stato dedicato interamente alla chiusura dei tanti progetti aperti. Ho fatto qualche rapido conto, mi rimanevano circa una decina di progetti da concludere, ciascuno a uno stadio diverso di sviluppo, ma tutti più o meno avviati a una naturale fine, superato il momento cruciale, il picco di impegno. Avrei avuto a disposizione circa dieci mesi, considerando che due mesi all'anno circa li utilizzo per dedicarmi alla cura di ciò che sento essere più vicino a me, alla pace, alla stasi. Questo era grandioso: un mese da dedicare a ogni progetto, o due mesi per ogni coppia di progetti, qualora avessi voluto procedere lavorando in parallelo su più cose. Difficilmente si ha l'occasione di avere a che fare con un'algebra così semplice, mi sono sentito molto fortunato e avevo la sensazione di avere il 2016 proprio tra le mani.

Chiaramente, non avevo fatto i conti con uno degli attori più potenti dell'evoluzione: il caos. Caos non vuol dire confusione, attenzione, né in alcun modo distrazione; è un concetto diverso, che può essere paragonato a quella quota di mare che rimane tenebroso, indipendentemente dalla conoscenza che noi ne abbiamo. È l'ammissione che l'ordine umano arriva solo fino a un punto, e che la capacità di predire e governare gli eventi non è mai completa.

Ho scoperto quindi che i progetti non si chiudono, ma in essi viene a configurarsi una ratio comprensibile solo a posteriori, che ognuno di loro segue un percorso che racconta dell'identità di quello stesso progetto, e che di fronte a tanta ricchezza di senso (e di non-senso), sarebbe stato quasi un accanimento eugenico forzare l'andamento di alcune cose. I progetti sono creature viventi, o comunque in essi trasferiamo parte della nostra vitalità, e questo li rende imprevedibili e generativi. Vivono stagioni, non fasi, e in alcune di queste saranno naturalmente spinti a generare altri progetti, piuttosto che a chiudersi e terminare.

Dopo la pubblicazione di Fatti di Vita, report di Ricerca Valutativa nonché approfondimento e aggiornamento sui temi delle dipendenze e dell'approccio comunitario oggi, con la Comunità Terapeutica Airone è sorto il bisogno di proseguire con ulteriore ricerca, in vista anche del consolidamento del Centro Studi Airone, che per ora esiste solo nella carta come entità, ma che col tempo si aspira a far diventare punto di convergenza di processi organizzativi. È così che è nato Relazioni, un progetto di ricerca che punta ad approfondire il tema del modo in cui nascono le relazioni in Comunità e il senso che viene loro attribuito. Uomini e donne che lottano insieme, ma che non si sono scelti, che tipo di relazioni instaurano tra loro? Quali sono le potenzialità e le insidie nascoste?

Inoltre, sempre con la Comunità Airone, è stata avvertita vivamente l'esigenza di occuparsi della transizione dei ragazzi dalla Comunità Terapeutica alla comunità reale, dove non troveranno le stesse occasioni per fermarsi ed elaborare il senso degli eventi cercando sempre di tirare fuori il meglio da essi. Per questo è stato pensato il programma Re-ali-zzarsi, che accompagna i ragazzi e le ragazze in uscita a prendere coscienza dei propri punti di forza e debolezza, a prefigurare le sfide e le difficoltà, a proseguire il progetto di crescita individuale che hanno cominciato, e a orientarsi nel difficilissimo mondo del lavoro.

A proposito di orientamento lavorativo, questo 2016 mi ha regalato l'opportunità di occuparmi della progettazione e dell'esecuzione con la mia collega Dott.ssa Anita Pirovano di un laboratorio per gli studenti e le studentesse del secondo anno della magistrale di Psicologia dell'Università Bicocca. In particolare siamo stati coinvolti in quanto abbiamo avuto modo entrambi, dalla laurea a oggi, di sondare e attraversare il mondo del lavoro e di capirne regole e articolazioni. Il laboratorio, intitolato Orientarsi da Psicologi e Psicologhe nel Mondo del Lavoro, è consistito di sette appuntamenti, alcuni tenuti come conferenze, altri come veri e propri laboratori esperienziali, e sono stati trattati i temi dell'occupabilità, del Life Design, della progettazione. Se saprò che siamo riusciti a prevenire anche solo per un 10% l'involuzione di studenti e studentesse verso la condizione di NEET potrò dire che questo percorso avrà rivelato tutta la propria potenza.

È proseguita anche quest'anno l'esperienza con eCampus, sull'onda del consolidamento delle novità che abbiamo introdotto nella prassi lavorativa grazie agli scambi di vedute e conoscenze in un gruppo di lavoro affiatato. In particolare siamo riusciti nel non facile compito di introdurre la progettazione come buona pratica per la gestione dei percorsi didattici di studenti e studentesse afferenti al Polo Universitario di Milano, allo scopo di affrontare il difficilissimo e annoso problema dell'abbandono. In particolare abbiamo affiancato la didattica con un ciclo di conferenze sul metodo di studio, sulle strategie per affrontare efficacemente gli esami e sulla scrittura della tesi.

eCampus non è solo tutoraggio, ma anche ricerca; in particolare ho avuto l'onore di entrare nel Ce.Ri.S.U.S., Centro di Ricerca che, nonostante la recente nascita, ha già all'attivo diversi convegni e pubblicazioni, e che in particolare quest'anno deciso di dare i natali a una grande iniziativa, i cui dettagli è meglio per ora mantenere riservati. Nel frattempo approfondiremo i temi del Disturbo dell'Apprendimento e delle sue conseguenze a lungo termine, andando a coinvolgere la popolazione - generalmente trascurata in questo tipo di studi - degli anziani.

Riguardo al Disturbo dell'Apprendimento, quest'anno io e la Dott.ssa Emma Brambilla abbiamo portato i risultati dei nostri esperimenti su Dyslexia™ al quinto convegno della European Dyslexia Association, tenutosi a Modena, dove abbiamo presenziato con due interventi e un poster, relativamente su: le connessioni tra Sindrome di Tourette e Dislessia/Disgrafia/Discalculia, l'efficacia della nostra font su velocità e precisione di lettura e gli effetti a livello di autostima e autoefficacia della Dislessia su adulti dislessici. Una bella esperienza, che ci ha portato ad avviare una collaborazione con il Prof. Cristiano Termine con il quale approfondiremo il tema di Tourette e apprendimento, anche grazie a un buon lavoro di tesi portato avanti dalla Dott.ssa Chiara Castelnuovo che ha permesso di formulare un modello di Analisi Multivariata che mette in evidenza le connessioni tra tic e successo scolastico.

Il coinvolgimento da parte del comitato Hacking Health Milano nel progetto di ricerca etnografica sul Servizio Sanitario Italiano e sul modo in cui questo viene vissuto dagli attori che lo animano (medici, pazienti, care giver, personale amministrativo e infermieristico), l'identificazione di percorsi di innovazione e infine la partecipazione all'hackathon di novembre 2016, sono stati - oltre che una bella esperienza - forieri di un ulteriore progetto, consistente nella realizzazione di un sistema di prenotazione telefonico intelligente.

È andata in porto anche quest'anno la partecipazione all'ottavo Convegno su AIDS e Retrovirus ICAR 2016, quest'anno con due poster, di cui uno sull'efficacia dell'iniziativa dei Test Day in termini di Psicologia della prevenzione (e non è facile portare un po' di Psicologia a un congresso di medici) e sulla rappresentazione sociale della PrEP, un rimedio preventivo introdotto negli Stati Uniti e ora anche in Italia. Dagli incontri capitati al convegno è nata l'idea per un bel progetto di ricerca che vede coinvolta l'ATS di viale Jenner, la LILA, l'Università Bicocca e diverse associazioni universitarie.

Il coinvolgimento nel Mensa ha raggiunto quest'anno un apice, quando ho deciso di candidare come città-ospite del Convegno 2016 la città di cui è originaria la mia famiglia, e che sento un po' come mia patria putativa: Taranto. Il progetto, che è stato approvato, era incentrato sull'idea di vivere il momento del raduno associativo non solo in ottica turistica, ma di valorizzarlo in quanto occasione per promuovere attraverso la stessa associazione lo sviluppo del territorio (per quanto possibile), facendo rete. Mi sono così occupato, insieme al Consiglio dell'associazione e al Comitato Sviluppo, di organizzare per i soci e le socie esperienze, che consegnassero loro una rappresentazione di Taranto lontana, o comunque alternativa, rispetto a quella mediatica; dopo aver osservato le specie animali nell'oasi del WWF La Vela con Marco d'Errico, dopo aver visto i delfini del Mar Jonio con Carmelo Fanizza, aver sentito i racconti sulla Città Vecchia di Giovanni Guarino, aver visitato di notte il Castello Aragonesesolcato in barca a remi le onde del canale navigabile e del Mar Piccolo; dopo aver ascoltato Maurizio Melis e le sue parole sulle traiettorie delle città intelligenti, Eva degl'Innocenti e il racconto dei risultati raggiunti dal Museo Archeologico di Taranto, l'Ammiraglio Ricci e la narrazione sul reimpiego delle forze militari al servizio della cultura, Marcello d'Ippolito e il resoconto sull'impegno del Rotary per la comunità tarantina, Gianluca Lomastro e i consigli su come fare rete nel mondo delle imprese, il risultato secondo me è stato raggiunto.

Sempre con il Mensa, in particolare con la Segreteria Lombarda e Claudia Sessa, abbiamo avviato un percorso di approfondimento sul tema dell'intelligenza, con il duplice intento da un lato di decostruire il concetto di intelligenza stesso, dall'altro di introdurre la pratica della Call for Abstract come strumento di coinvolgimento dei soci. L'Università Bicocca ci ha offerto la possibilità di trattare i nostri temi in un contesto accademico, avviando una relazione che speriamo possa approfondirsi per questo nuovo anno.

Buoni propositi? No, quest'anno non se ne parla. Come dice Burkeman in un articolo su Internazionale, non ha alcun senso ricercare una perfezione, da intendersi sia come conclusione che come aderenza ai piani. Vorrei che quest'anno proseguisse questa danza nel caos, nell'adrenalina buona, e che rimanesse in me il desiderio sempre vivo di tenere vivo il desiderio.

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