ITINERARI DI ESISTENZA - SIMBOLI ED EMOZIONI IN VIA PADOVA
Il progetto Itinerari di Esistenza - Simboli ed Emozioni in via Padova nasce da un'idea di CORE-lab e NEPSI, due realtà attive nel Municipio 2 di Milano attive sui versanti della ricerca e degli interventi di promozione del benessere (cliccate sui link per saperne di più).
I primi risultati sono stati riassunti all'interno di tre infografiche, ciascuna riassuntiva di un filone di ricerca (clicca per visualizzarle):
L'idea del progetto è di raccogliere dati in modo sistematico e analizzarli per ottenere una rappresentazione scientifica di:
1) alcuni aspetti demografici legati alla convivenza tra gruppi vulnerabili,
2) i vissuti di vari tipi di persone (migranti, anziani, commercianti, operatori) legati al vivere in via Padova e
3) come impatta la gestione del verde su indicatori ecosistemici come abbondanza relativa e ricchezza di specie.
La metodologia che utilizzeremo (e che abbiamo in parte già utilizzato) è l'analisi delle statistiche descrittive per l'obiettivo 1), l'intervista autobiografica per l'obiettivo 2) e il censimento arboreo per l'obiettivo 3).
Dai primi risultati è emerso che:
1) considerando le suddivisioni territoriali in tre metropoli europee (Madrid, Parigi e Milano), i migranti tendono a distribuirsi preferibilmente in aree che assumono la forma di uno spicchio passante per il centro; gli anziani, invece, tendono a distribuirsi tutto attorno. Questo induce a pensare a diverse ipotesi alternative: la prima, quella dello spostamento, è che gli anziani si allontanino dalle aree in cui è maggiore la concentrazione di migranti, per decisione propria o dei figli; la seconda, quella della segregazione, è che i migranti si instaurino in zone della città storicamente deputate ad accogliere migranti; la terza, quella della sostituzione, è che i migranti scelgano di insediarsi in aree della città nelle quali non avviene ricambio, e che quindi col tempo si trovino a essere maggiormente concentrati;
2) le narrazioni su via Padova tendono a distribuirsi lungo un gradiente emozionale polarizzato sugli opposti gioia/timore, che sono gli stessi che si ritrovano nelle definizioni che le persone danno della via e che ricalcano ciò che i media veicolano; le ipotesi in tal senso sono che le narrazioni dei media sedimentino emozioni nelle persone e che poi a partire da queste vengano costruiti i vissuti soggettivi, che i media tendano a ricalcare il sentiment delle persone in modo da agganciarle meglio e accattivarle, creando senso di riconoscimento o che vi sia circolarità tra vissuti soggettivi e rappresentazioni mediatiche;
3) considerando tutte le diverse gestioni delle aree verdi cittadine in e limitrofe a via Padova, quelle che garantiscono i risultati migliori relativamente all'abbondanza e alla ricchezza di specie relative all'area sono le gestioni dal basso, in cui cittadini e cittadine attivi si appropriano di uno spazio verde e lo usano per realizzare un proprio progetto, una propria visione.
I prossimi passi saranno:
Se desiderate ulteriori informazioni contattateci a 3661405036 o a research@armandotoscano.com.
I primi risultati sono stati riassunti all'interno di tre infografiche, ciascuna riassuntiva di un filone di ricerca (clicca per visualizzarle):
L'idea del progetto è di raccogliere dati in modo sistematico e analizzarli per ottenere una rappresentazione scientifica di:
1) alcuni aspetti demografici legati alla convivenza tra gruppi vulnerabili,
2) i vissuti di vari tipi di persone (migranti, anziani, commercianti, operatori) legati al vivere in via Padova e
3) come impatta la gestione del verde su indicatori ecosistemici come abbondanza relativa e ricchezza di specie.
La metodologia che utilizzeremo (e che abbiamo in parte già utilizzato) è l'analisi delle statistiche descrittive per l'obiettivo 1), l'intervista autobiografica per l'obiettivo 2) e il censimento arboreo per l'obiettivo 3).
Dai primi risultati è emerso che:
1) considerando le suddivisioni territoriali in tre metropoli europee (Madrid, Parigi e Milano), i migranti tendono a distribuirsi preferibilmente in aree che assumono la forma di uno spicchio passante per il centro; gli anziani, invece, tendono a distribuirsi tutto attorno. Questo induce a pensare a diverse ipotesi alternative: la prima, quella dello spostamento, è che gli anziani si allontanino dalle aree in cui è maggiore la concentrazione di migranti, per decisione propria o dei figli; la seconda, quella della segregazione, è che i migranti si instaurino in zone della città storicamente deputate ad accogliere migranti; la terza, quella della sostituzione, è che i migranti scelgano di insediarsi in aree della città nelle quali non avviene ricambio, e che quindi col tempo si trovino a essere maggiormente concentrati;
2) le narrazioni su via Padova tendono a distribuirsi lungo un gradiente emozionale polarizzato sugli opposti gioia/timore, che sono gli stessi che si ritrovano nelle definizioni che le persone danno della via e che ricalcano ciò che i media veicolano; le ipotesi in tal senso sono che le narrazioni dei media sedimentino emozioni nelle persone e che poi a partire da queste vengano costruiti i vissuti soggettivi, che i media tendano a ricalcare il sentiment delle persone in modo da agganciarle meglio e accattivarle, creando senso di riconoscimento o che vi sia circolarità tra vissuti soggettivi e rappresentazioni mediatiche;
3) considerando tutte le diverse gestioni delle aree verdi cittadine in e limitrofe a via Padova, quelle che garantiscono i risultati migliori relativamente all'abbondanza e alla ricchezza di specie relative all'area sono le gestioni dal basso, in cui cittadini e cittadine attivi si appropriano di uno spazio verde e lo usano per realizzare un proprio progetto, una propria visione.
I prossimi passi saranno:
- ampliare il numero degli intervistati e delle intervistate, per arrivare a 50 soggetti in totale, includendo migranti, operatori AMSA, Forze dell'Ordine, Medici di Medicina Generale, giovani genitori, anziani, commercianti, in modo da moltiplicare i punti di vista e le angolature;
- restituire i risultati al territorio, coinvolgendo le persone in una sessione di clustering delle problematiche emerse nella ricerca e percepite;
- progettare insieme alla cittadinanza in una sessione di co-design delle soluzioni in ottica hacking, ossia senza entrare in rotta di collisione con i limiti ma, anzi, sfruttandoli come opportunità.
Se desiderate ulteriori informazioni contattateci a 3661405036 o a research@armandotoscano.com.