DOPO UN TRIMESTRE GLORIOSO…

Photo by Ant Rozetsky on Unsplash

…di crescita industriale (1), la produzione sta affrontando un calo significativo (2), come ad esempio nel settore automotive (3). Rimane ancora marginale il ruolo dell’innovazione nelle imprese italiane: la diffusione dei prodotti innovativi è poco porosa tra strati sociali (4), gli investimenti in Ricerca e Sviluppo sono ancora esigui (5), molte imprese non hanno figure deputate alla gestione dei processi innovativi (6) e molte imprese non si valutano in base all’innovatività (7).


(1) Certe volte, per via dei dati, lo #storytelling impazzisce. L’Italia è prima nella crescita industriale. Spunti da Open.


«La performance positiva della manifattura nei mesi di gennaio e febbraio arriva inaspettata, dopo che per mesi l'economia del Paese ha registrato livelli di recessione significativi. Stando ai numeri, l'Italia è il Paese con il più alto tasso di miglioramento in tutto il blocco industriale.»

https://www.open.online/economia-e-lavoro/2019/04/12/news/bella_sorpresa_nel_primo_trimestre_la_produzione_italiana_top_in_europa-191053/

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(2) La #produzione industriale è stagnante, per via del rallentamento delle componenti interna ed estera della #domanda. Spunti da Affaritaliani.


«La dinamica dell’attività nei mesi estivi si conferma estremamente debole a causa del rallentamento di entrambe le componenti della domanda: quella interna risente delle accresciute preoccupazioni di imprese e famiglie sulla situazione economica dell’Italia (come confermato anche dai recenti dati ISTAT sulla fiducia) mentre quella estera soffre per un contesto internazionale in peggioramento, soprattutto in Europa, dove incide particolarmente il rallentamento della Germania (la Bundesbank ha previsto un marginale calo del PIL tedesco anche nei mesi estivi).
[…]
Le prospettive per la produzione industriale italiana non sono positive, secondo gli imprenditori. L’ISTAT ha rilevato in settembre un’ulteriore diminuzione della fiducia tra le imprese manifatturiere (scesa ai minimi da 5 anni), proseguendo lungo un trend calante iniziato due anni fa. In particolare sono nettamente peggiorate le attese di ordini e produzione, con i livelli che hanno raggiunto il minimo da metà 2013.»

http://www.affaritaliani.it/economia/produzione-industriale-il-rimbalzo-di-agosto-annullato-dallarretrame-628197.html

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(3) La #produzione nel settore automotive è in calo del 7.5%, la produzione di automobili si è ridotta del 19%. Spunti da ANSA.


«La produzione italiana di autovetture è calata del 19%, sia a luglio che nei primi 7 mesi dell'anno rispetto agli stessi mesi del 2018. Ha invece registrato un calo del 7,5% a luglio la produzione dell'industria automotive italiana nel suo insieme (non solo fabbricazione di autoveicoli, ma anche di carrozzerie autoveicoli, rimorchi e di parti e accessori per autoveicoli e loro motori). Lo fa sapere l'Anfia, associazione nazionale filiera industria automobilistica, comunicando i suoi dati preliminari.»

http://www.ansa.it/canale_motori/notizie/industria/2019/09/10/auto-anfia-produzione-italia-19-a-luglio-e-in-7-mesi_d1d27cad-1033-4191-a634-acd3d8323748.html

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(4) La #diffusione delle #innovazioni passa prima dai più ricchi, saranno i beni di #lusso a diventare i #consumi di massa futuri. Spunti da Giorgio Nadali su Forbes.


«Secondo l’economista di Google Hal Varian – definito l’Adam Smith della Googlenomics – il progresso tecnologico abbassa i prezzi delle cose inizialmente costose con rapidità, affrettando la loro diffusione su larga scala. Dal punto di vista di Varian, “un modo semplice per prevedere il futuro è guardare a ciò che i ricchi hanno oggi: le persone a reddito medio avranno qualcosa di equivalente in 10 anni, e i più poveri lo otterranno tra un altro decennio”. Andrew McAfee l’ha definita per la prima volta “la regola Varian” sul Financial Times. Un’interpretazione alternativa di una frase cara al saggista anti-Silicon Valley Evgeny Morozov, secondo cui: “Il lusso è già qui, solo non è distribuito equamente”. Un esempio recente è quello dell’Apple Watch, commercializzato come oggetto di lusso: ma se la regola di Varian è valida, nel prossimo futuro indossare uno smartwatch sarà una cosa per tutti.
[…]
Da parte sua, Varian è convinto che le nuove tecnologie – il machine learning, l’intelligenza artificiale – si diffonderanno alle altre industrie e genereranno effetti a cascata che cambieranno radicalmente i nostri consumi quotidiani (di recente ha accostato questa rivoluzione al fordismo). I suoi critici, come detto, non sembrano convinti: solo il tempo ci dirà se aveva ragione. Nel frattempo, non perdiamo di vista quel che succede sui mega yacht.»

https://forbes.it/2018/02/09/e-se-il-futuro-fosse-il-presente-dei-ricchi/

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(5) Le #PMI eccellenti sono concentrate soprattutto al #Nord e investono il 5% del fatturato in #Ricerca e #Sviluppo. Spunti da PMI.


«Il panorama nazionale è molto variegato e vede il primo posto della classifica regionale occupato dalla Lombardia, dove operano ben 210 aziende su 722. Seguono Emilia-Romagna e Veneto. È al Nord che si concentra la maggioranza delle PMI di successo: il 37,1% nel Nord ovest, il 34,9% nel Nord-est, il 16,9% nel Centro e l’11,1% nel Sud e Isole.
[…]
E veniamo alla propensione all’innovazione: tra le PMI eccellenti, il 5% del fatturato viene reinvestito in attività di R&S. Il 7% di queste aziende, inoltre, effettua operazioni di corporate venture capital.»

https://www.pmi.it/economia/mercati/314132/osservatorio-pmi-eccellenza-made-in-italy-e-sostenibilita.html

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(6) In #Italia è ancora scarsamente diffusa nelle #imprese la figura del #CInO (#ChiefInnovationOfficer), figura presente nelle realtà che mostrano una maggiore #crescita e #competitività. Spunti da Stefano Denicolai su Il Sole 24 Ore.


«Anzitutto, emerge che il CInO è ancora una figura ancora relativamente poco diffusa. Solo il 2,2% fra tutti i C-Level del campione, ben al di sotto rispetto a figure come il Chief Sales Officer (18,2%), il Chief Marketing officer (16,6%) o il Chief Financial Officer (14.3%).
[…]
Le imprese che si sono dotate di un CInO (in verde in figura 3), rispetto a quelle che in organigramma non prevedono tale ruolo (colore rosso). Tanto a livello italiano quanto a livello internazionale, emerge che nel periodo 2016-2018 le imprese dove opera un CInO sono cresciute del 12,4%, contro il 7,7% delle realtà che ne sono sprovviste. Una differenza davvero marcata, che si accentua nelle imprese manifatturiere.»

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/09/23/innovazione-chief-innovation-officer/

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(7) Il 17% delle #imprese non ha metriche specifiche per fare una #valutazione dell’#innovazione. Spunti da Alessandra Luksch su Economyup.


«Dalle ricerche dell’Osservatorio Startup Intelligence emerge che solo il 17% delle imprese in Italia possiede un sistema di metriche per misurare l’innovazione. Di queste la maggior parte deve ancora consolidarne il modello. La dimensione misurata principalmente è, come prevedibile, quella dell’impatto sui risultati economici – ROI e fatturato i primis. Si tratta di indicatori che possiamo definire tradizionali, a cui le imprese sono abituate a fare riferimento, e dai quali appare naturale partire. Così facendo, però, si corre il rischio di non far partire le innovazioni più discontinue. O peggio ancora di basarsi su previsioni economiche poco attendibili.»

https://www.economyup.it/innovazione/come-misurare-linnovazione-in-azienda-i-sistemi-per-valutare-limpatto-sui-risultati-economici/


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