LA MATEMATICA NON È UN'OPINIONE, LA STATISTICA SÌ

[Continua] Se si parla invece di assunzione di alcol, i numeri crescono, e infatti lo studio dll'ISS rileva che nel 2010 circa il 79% dei maschi e il 53% delle femmine del campione ha consumato alcol, anche se non si tratta né dei 30 giorni precedenti l'intervista (LMP) né degli ultimi 12 mesi (LYP), bensì del modo "once in a lifetime" (almeno una volta nella nella vita, LP). Le percentuali sui consumi di alcol del Dipartimento Polotiche Antidroga sono lievemente superiori, del 90% e 77% rispettivamente per uomini e donne nei consumi once in a lifetime, mentre sono del 77% e 59% negli ultimi 12 mesi e 64% e 54% negli ultimi 30 giorni.

Cercando di tirare le fila sui risultati generali, possiamo dire che la rappresentazione del fenomeno "consumi di droga" non ha proporzioni allarmanti; tenendo conto della numerosità della popolazione italiana tra i 15 e i 64 anni nel 20124 (poco più di 40 milioni di persone), possiamo tentare un esercizio di generalizzazione dei dati dello studio 1: i consumatori risulterebbero tra gli 850 e i 900 mila, di cui "solo" 20 mila avrebbero fatto uso di eroina, circa 0.5 per ogni 1000 persone. Se consideriamo che aver fatto uso di eroina nei 30 giorni precedenti l'intervista non significa essere eroinomani, poiché esiste la possibilità che l'utilizzo sia episodico [Ravenna, 1997], possiamo ragionevolmente concludere che, statisticamente, ad avere problemi di droga siano veramente in pochi; un fatto assolutamente confortante.

Uno studio dell'European Monitoring Center for Drugs and Drug Abuse5 propone una visione sintetica degli studi realizzati in Europa, allineati rispetto alla Last Year Prevalence; è doveroso premettere che nello studio 1 del Dipartimento Politiche Antidroga LYP è risultata lievemente maggiore di LMP per tutte le droghe considerate, ed è dunque ragionevole aspettarsi dai dati dell'UE una descrizione del fenomeno di dimensioni lievemente maggiori rispetto a quella proposta in questa sede. Tuttavia confrontando i valori dello studio 1 con i valori dell'EMCDDA rispetto alla medesima variabile LYP, ci rendiamo conto che le differenze nei risultati sono più che lievi:

LYP SECONDO DPA

  • Cannabis: 9.34%
  • Cocaina: 1.56%
  • Amfetamine: 0.25%
  • Ecstasy: 0.23%

LYP SECONDO EMCDDA

  • Cannabis: 3.5%
  • Cocaina: 0.6%
  • Amfetamine: 0.1%
  • Ecstasy: 0%
Considerando la popolazione scolastica i dati sembrano convergere di più, anche se sui consumi riportati di cannabis le differenze sono piuttosto importanti.


LYP SECONDO DPA

  • Cannabis: 37%
  • Cocaina: 3.87%
  • Amfetamine: 1.44%
  • Ecstasy: 1.09%

LYP SECONDO EMCDDA

  • Cannabis: 21%
  • Cocaina: 3%
  • Amfetamine: 2%
  • Ecstasy: 2%
La domanda a questo punto è: "chi ha ragione?". Nelle note metodologiche che accompagnano lo studio europeo è presente un alert sull'Italia che invita a prendere con cautela l'affidabilità dei dati; sembra dunque poter prevalere la visione proposta dal DPA. Ma proprio il report del Dipartimento Politiche Antidroghe fornisce una - seppur parziale - risposta alla questione, includendo i dati del progetto AquaDrugs raccolti dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri: secondo questi studi, condotti analizzando le percentuali di sostanze disciolte nelle acque reflue di alcuni Comuni selezionati. I consumi registrati sono di circa 32 mila dosi AL GIORNO di cannabis, 12 mila di cocaina, 3500 di eroina e 900 di amfetamine nel 2006; nella riedizione del 2011 dello studio, che ha incluso nuovi Comuni e migliorato le tecniche di analisi, i dati risultanti sono i seguenti:

  1. l'Italia Nord-occidentale mostra un profilo di consumo che si caratterizza per la maggior presenza di sostanze stimolanti, ecstasy in particolare, praticamente assente negli altri centri urbani con l'eccezione di Roma;
  2. il consumo di eroina interessa soprattutto il Centro-Italia, e va dalle 5 dosi/die per 1000 abitanti di Perugia alle 3 di Roma, Firenze e Terni;
  3. i consumi più elevati di cocaina si registrano a Napoli e Roma (7-8 dosi/die per 1000 abitanti), Milano, Torino, Firenze e Perugia (5 dosi/die per 1000 abitanti), fino ai limiti inferiori di Nuoro e Terni (2 dosi/die per 1000 abitanti);
  4. la città in cui in assoluto i consumi sono più alti è Roma, con 55 dosi/die per 1000 abitanti, seguita da Torino, Bologna e Napoli (più di 20 dosi al giorno per ogni 1000 abitanti).
Avviandoci alla conclusione possiamo terminare dicendo che esiste una forte disparità tra i risultati di studi diversi, argomento che ci riporta a quanto detto in precedenza circa gli argomenti sensibili.
Facendo una breve prova di ragionamento concreto, si può affermare che ciò che vanno effettivamente a rilevare gli studi 1, 2 e quello dell'EMCDDA non sono i consumi in termini di prevalenza o incidenza, bensì l'opinione circa i propri consumi, e che questa non tiene conto di nicchie sociali difficilmente raggiungibili, quali i migranti, che potrebbero spostare significativamente i valori medi registrati; inoltre bisogna tenere conto del fatto che la distribuzione delle dosi giornaliere per migliaia di abitanti è in parte fuorviante, poiché se teniamo conto del fatto che i consumi giornalieri presentano una maggiore concentrazione nel fine settimana, e che nelle ore serali del fine settimana si intensifica il traffico verso le grandi città, capiamo che le dosi giornaliere sono da distribuirsi non tra gli abitanti, ma tra i presenti in una città, includendo dunque lavoratori pendolari, studenti fuori sede, turisti e visitatori.


Armando Toscano

Fonti

1.  DIPARTIMENTO POLITICHE ANTIDROGA [2012], Relazione al Parlamento.

2. ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ [2012], Epidemiologia e Monitoraggio Alcol-correlato in Italia - Valutazione dell'Osservatorio Nazionale Alcol-CNESPS sull'Impatto del Consumo di Alcol ai Fini dell'Implementazione delle Attività del Piano Nazionale Alcol e Salute, ed. IT: Rapporti ISTISAN.

3. RAVENNA, M. [1997], Psicologia delle Tossicodipendenze, pp. 5-226, ed. IT: Il Mulino.

4. www.indexmundi.com

5. www.emcdda.europa.eu

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