IL BILANCIO EXPO…


… è diventato da documento economico a questione politica tutta legata alla trasparenza (1), e nonostante le stime riportino una gestione efficiente (2), sono ancora da chiarire diverse questioni, come per esempio il divario evidente tra l'ottimismo dello studio SDA Bocconi (3) e le correzioni al ribasso dello studio di Ca' Foscari (4).
Fa niente se i tornelli sono stati chiusi quasi un anno fa. Per la trasparenza non è ancora tempo. E così alla consigliera regionale del M5S Silvana Carcano, che da mesi presenta istanze di accesso agli atti per avere tali documenti, le risposte non arrivano. O, se arrivano, hanno il sapore della presa in giro. Come nel caso del verbale della riunione del cda di Arexpo dello scorso 17 marzo che le è stato recapitato talmente pieno di omissis da risultare incomprensibile. Nella società oggi guidata dall’ad Giuseppe Bonomi e dal presidente Giovanni Azzone, che è anche rettore del Politecnico di Milano, sono stati così solerti a cancellare i dettagli che persino dell’ordine del giorno si può leggere solo un punto. Su tutto il resto di cui si è parlato quel giorno resta il mistero più fitto.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/09/expo-i-segreti-continuano-un-anno-dopo-m5s-verbali-del-cda-pieni-di-omissis/2887972/

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(2) In base alle informazioni disponibili al momento sembra che EXPO sia stata gestita in maniera efficiente ed equilibrata e, a meno di clamorose sorprese, il bilancio dovrebbe confermarlo – cambierà poco, in realtà, se alla fine le perdite o il patrimonio saranno più alti o più bassi di qualche decina di milioni di euro. Ma la gestione dell’evento in sé andrebbe separata dall’impatto della manifestazione sul paese. Si tratta di un tema molto più complicato, anche se al momento meno dibattuto.

http://www.ilpost.it/2016/05/12/sala-bilancio-expo/

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(3) Un «acceleratore» di 15 anni per il business di Milano e del paese. È così che viene descritto l’Expo 2015 dalla ricerca curata dalla Sda Bocconi, commissionata dalla Camera di commercio di Milano. Da anni si parla delle ricadute positive dell’evento universale, ampliando lo sguardo al periodo 2012-20120, ovvero dall’inizio delle attività istituzionali per l’adesione dei paesi e la successiva fase di cantierizzazione del sito e delle opere connesse fino ad arrivare ad un futuro in cui ancora si trarranno i benefici dall’«impatto reputazionale della manifestazione», come ha detto il ministro all’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, ieri a Milano in occasione della presentazione della ricerca, insieme al presidente della Camera di Commercio milanese Carlo Sangalli, al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, al ministro del Mipaf Maurizio Martina e al vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-05-05/expo-2015-ha-generato-affari-316-miliardi-225018.shtml?uuid=AD3hdWB

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(4) Questa ricerca rappresenta, a meno di essere smentiti, la prima applicazione in Italia di metodi per depurare la spesa fatta in occasione di un grande evento della sua componente sostitutiva. Il nostro sondaggio offre una buona copertura delle diverse situazioni di visite e beneficia di una numerosità superiore a diverse raccomandazioni emesse in ambito internazionale, pur notando la difficoltà a raggiungere un’elevata numerosità per gli stranieri (si sconta qui l’effetto di una popolazione di visitatori stranieri inferiore a quella aspettata). Seppur migliorabile e da consolidare tramite confronto con altri dati, i nostri risultati indicano con pochi margini di dubbio che la mancata considerazione degli effetti di sostituzione comporta un’importante sovrastima degli impatti economici di detto evento. Si parla di diversi miliardi di euro di sovrastima.

Più nel dettaglio, la raccolta dati effettuata mette in evidenza:
• Una frequentazione molto concentrata sui visitatori italiani piuttosto che sugli stranieri, con una forte componente locale (lombardi).
• Una componente addizionale che riguarda solo il 52 % delle visite degli straniere e l’1 % per gli italiani.
• Una spesa addizionale (spesa dei visitatori addizionali, spesa corrispondente ai giorni addizionali dei visitatori non addizionali) che genera Valore Aggiunto per 1,4 miliardi.
• Solo un’accezione più “speculativa” potrebbe portare a una stima dell’ordine dei 2 miliardi, anche se la natura incerta di tale componente renderebbe problematico considerarla, a questo stadio, come tale da giustificare una spesa pubblica. Inoltre, in tale scenario, la valutazione economica dovrebbe comunque considerare i costi sociali legati alla riduzione del risparmio delle famiglie.


http://www.unive.it/media/allegato/DIP/Economia/Note-di-lavoro-economia/nl_2016/NL_DSE_massiani_pizziali_01_16.pdf

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