LE DIMISSIONI…

…di Minenna e Raineri (1) hanno portato alla luce le linee di faglia nel M5S (2), in condizioni di grave isolamento (3) e ricattabilità (4). 
(1) L’assessore al bilancio Marcello Minenna si è dimesso insieme a Daniela Raineri.  Il capo di gabinetto di Roma Capitale e Minenna  hanno rassegnato ieri le proprie dimissioni, secondo quanto apprende l’ANSA dallo stesso Minenna. Poche ore fa la sindaca Virginia Raggi aveva detto invece che la Raineri era stata revocata, vantandosi della sua trasparenza ma non del fatto di non aver rispettato l’articolo 110 del TUEL. 
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Minenna non era un semplice assessore ma era l’uomo chiave della squadra di governo avendo deleghe pesanti: oltre al bilancio infatti si doveva occupare di patrimonio e partecipate. Il super assessore doveva mettere mano dunque al riordino delle aziende capitoline, alla spending review con tagli agli sprechi e doveva riorganizzare il patrimonio capitolino già al centro di scandali come quello di Affittopoli.

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(2) Di Maio all’inizio aveva detto di non essere a conoscenza della situazione. La stessa Raggi aveva provato a salvarlo, garantendo di non averlo avvisato. Proprio Taverna, durante il confronto delle scorse ore, ha attaccato duramente il deputato del direttorio: “Non puoi dare la colpa a noi. E’ finito il tempo dei ragazzini”, ha gridato secondo la ricostruzione di Repubblica. La senatrice insieme al parlamentare Stefano Vignaroli ha anche continuato a difendere Muraro. Quest’ultimo è il grande sponsor della nomina fin dall’inizio (gliel’ha presentata la senatrice Pd Laura Puppato mesi fa) e continua a ritenerla una buona scelta.

Di Maio, schiacciato dalle accuse dei colleghi, ha provato a scusarsi. Secondo alcuni il problema è che fin dall’inizio si sono sottovalutate le conseguenze: il sospetto era che Muraro fosse indagata in seguito a una delle tante denunce ricevute dall’ex presidente di Ama Daniele Fortini e quindi la linea è sempre stata quella di aspettare di “vedere le carte”. Anche ora, nonostante il direttorio chieda un passo indietro della titolare all’Ambiente, si è pronti a trattare perché fino ad oggi, spiegano, “nessuno sa per che cosa è indagata”. Di questa situazione non erano a conoscenza né Beppe Grillo né Davide Casaleggio.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/07/roma-vertici-m5s-raggi-via-muraro-de-dominicis-marra-e-romeo-ma-la-sindaca-resiste-polemiche-su-di-maio/3016911/
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(3) Nessuno vuole i rifiuti di Roma, perché non si possono risolvere i propri problemi scaricandoli sulle altre città. Questa la posizione dei colleghi sindaci e assessori di Raggi e Muraro che hanno voluto mettere le cose in chiaro dichiarando la loro totale indisponibilità ad accogliere e smaltire l’immondizia capitolina. «Il sindaco di Roma ha scelto un assessore all’ambiente altamente competente, quindi farebbe bene a farsi spiegare come funziona la gestione dei rifiuti – ha detto l’assessore all’ambiente della Regione Umbria Fernanda Cecchini- forse non sa che i rifiuti urbani devono essere smaltiti nella regione in cui vengono prodotti e che inoltre, per utilizzare gli impianti, non basta esserne proprietari, ma è necessaria una condivisione con le istituzioni locali e la comunità». “No” secco anche dai sindaci di Cassino, San Vittore nel Lazio e di Orvieto: «Non autorizzeremo mai in nessun modo l’arrivo nella nostra discarica di rifiuti di qualsiasi altro territorio e meno che mai da parte della capitale d’Italia. Il sindaco Raggi deve rivedere immediatamente la sua strategia e la sua politica per quanto riguarda i rifiuti» ha detto il Sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, mentre la Presidente della Regione Umbria si è chiesta su Facebook «Ma che siamo su Scherzi a parte?» 

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(4) Insomma, via Fortini, via la spazzatura da Roma. Nella narrazione grillina era lui l'intralcio che rallentava gli "operatori ecologici" e influiva negativamente sulla consegna dei rifiuti agli impianti di trattamento. Un copione ben noto a Ignazio Marino: i vigili urbani smisero di provocare ingorghi stradali appena certi che la sua permanenza in Campidoglio aveva i giorni contati.

Fortini, esperto del trattamento dei rifiuti urbani e sollecito nel segnalare ai magistrati ogni episodio di malaffare, stava smantellando quella parte di nomenclatura inquinata di AMA, rafforzata a dismisura nel quinquennio di sindacatura di Alemanno. Pur di far fuori quel presidente rompiscatole, mezza azienda era disposta a tutto. Ha puntato sui Cinquestelle e ha fatto bingo. In cambio, in tre giorni ha ripulito Roma. Fino al prossimo ricatto.

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