LE PROVOCAZIONI…

…di Renzi all’UE attraverso il DEF sono frutto di equilibri internazionali (1) ed europei che vedono la Germania politicamente indebolita (2).


(1) Renzi sta facendo la voce grossa con la Merkel perché ha capito che con la politica dell'austerity e i migranti variabile impazzita (l'Italia non ha difese essendo una penisola) perde le elezioni non tanto a favore di Salvini che rappresenta per lui ancora un pericolo abbastanza limitato quanto a favore di Grillo che dell'antieuropeismo militante ha fatto una sua bandiera storica che ancora non viene dispiegata apertamente e con continuità, ma che è un valore fondante del movimento populista del comico genovese.
Inoltre Renzi sta muovendosi di concerto con gli Usa di Obama (che però è in scadenza) per le riforme costituzionali che hanno visto l'inusitato -dal punto di vista diplomatico- endorsement dell'ambasciatore americano, preso atto del fatto che l'abbandono dell'U.K. ha lasciato via libera ad altre prospettive; insomma opportunità per l'Italia ce ne sono e qualche volta è bene fare sentire la propria voce contro lo strapotere e l'arroganza tedesca purché sia una tattica per contare di più in una trattativa molto delicata che coinvolge non solo i destini politici dei singoli rappresentanti nazionali ma quelli di intere nazioni.
La Merkel sa benissimo che dopo la perdita del Regno Unito non può permettersi altri passi falsi e per l'Italia è giunto il momento di dire dei no.


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(2) L’economia è ancora solida, ma è stata colpita dal rallentamento globale. All’orizzonte non ci sono più grandi crisi, in cui Merkel può mettere in mostra la sua abilità nell’ottenere compromessi, mentre la sua scelta di accogliere i richiedenti asilo sta cominciando ad esigere un prezzo politico. Per questa scelta Merkel è stata criticata anche dai suoi alleati della CSU e da mesi sta affrontando la crescita continua della destra radicale di Alternativa per la Germania (AfD), che in una serie di elezioni locali è riuscita spesso a mettere in difficoltà il suo partito, la CDU. Ma è l’intero panorama politico ad essersi frammentato, con i grandi partiti tradizionali e moderati che sembrano sempre più in difficoltà nel raccogliere i consensi necessari per mantenere la guida del paese (come del resto sta accadendo in vari paesi europei).
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Secondo Joerg Forbrig, un ricercatore del German Marshall Fund of the United States, questa frammentazione per la Germania rappresenta la fine della “Repubblica di Bonn” e l’inizio della “Repubblica di Berlino”, una stagione in cui la frammentazione dell’offerta politica renderà sempre più difficile la formazione delle grandi coalizioni di governo che hanno retto la Germania negli ultimi vent’anni. Secondo Forbrig, di pari passo, la retorica politica si farà sempre più polarizzante e la radicalizzazione non resterà confinata ai dibattiti politici. 


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