SULLA PROPOSTA DI RENZI…
…di modifica della Legge Elettorale (1) si consuma una battaglia interna al M5S (2), che esprime linee politiche divergenti (3).
(1) Dopo l’apertura del premier Matteo Renzi ad alcune correzioni, la maggioranza ha presentato una mozione unitaria per arrivare a una gestione condivisa del dibattito in Aula: Ap, Pd e Centro democratico convergono su un testo che apre alle modifiche del sistema di voto: «La Camera — si legge nel testo — premesso che l’11 luglio 2016 è entrata in vigore la legge 6 maggio 2015, n. 52, comunemente conosciuta come Italicum, in materia di elezione della Camera dei Deputati (è attualmente in corso un ampio dibattito politico su possibili e articolate ipotesi di riforma della citata legge) si impegna ad avviare, nelle sedi competenti, una discussione sulla legge 6 maggio 2015, n. 52, al fine di consentire ai diversi gruppi parlamentari di esplicitare le proprie eventuali proposte di modifica della legge elettorale attualmente vigente e valutare la possibile convergenza sulle suddette proposte».
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(2) “Secondo noi deve essere adottato un sistema elettorale con formula proporzionale - si legge nel testo della mozione - da applicarsi in circoscrizioni medio-piccole in quanto, oltre a garantire rappresentatività e vicinanza agli elettori, favorisce l’aggregazione fra le forze politiche piccole e medio-piccole, spingendole a mettere insieme le loro idee, se conciliabili, dentro forze politiche più grandi ma coese e favorisce l’omogeneità interna dei partiti e dei movimenti, disincentivando frantumazioni e scissioni. La legge elettorale per il Parlamento italiano deve essere, anzitutto, rappresentativa dei cittadini e, allo scopo, occorre adottare un sistema proporzionale senza alcun premio di maggioranza”.
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(3) Appare così ufficialmente sconfessata, dai membri del Movimento che fanno parte della commissione Affari costituzionali, la linea espressa da Luigi Di Maio alla fine di giugno, dopo la vittoria di Virginia Raggi alle amministrative della Capitale. In quell'occasione, infatti, Di Maio aveva frenato sull'introduzione di possibili modifiche alla legge elettorale: «Per noi non è una priorità», aveva detto il pentastellato.
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