LA DENUNCIA SULLO STATO DI SALUTE…

…di ATAC da parte di Bruno Rota (1) e la risposta del M5S (2) mettono in luce i limiti di un apparato conservativo rispetto ai privilegi (3), un sistema di drenaggio di voti e salvataggi pubblici (4). Le uniche soluzioni in prospettiva appaiono la privatizzazione (5) o la chiusura (6).

(1) Il dg parla infatti di "una situazione dell'azienda assai pesantemente compromossa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi". E cioè "1350 milioni di debito sedimentato nel tempo", debito che compromette "interventi di manutenzione" ma anche difficoltà a pagare gli stipendi, se non con "misure tampone" e "chiedendo un impegno straordinario al Comune di Roma, che però non è ripetibile all'infinito" anche per la mancanza di "un sistema di controllo sulle regole che per ci sono ma che da tempo nessuno rispetta, per cui ognuno fa ciò che gli pare".
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Accuse pesanti e che non si possono ignorare. Tanto che le reazioni non si sono fatte attendere: "Su Atac, ringraziamo il dottor Rota per aver squadernato la gravità delle condizioni finanziarie dell'azienda di trasporto pubblico di Roma" dice per esempio Stefano Fassina, consigliere comunale di Sinistra per Roma. "Ci saremmo aspettati che una simile iniziativa fosse presa da chi ha responsabilità politiche. Da mesi continuiamo a chiedere un consiglio comunale straordinario su Atac al fine di individuare soluzioni, non soltanto denunciare i problemi. Ma la Sindaca e la maggioranza M5S hanno continuato a rinviare" aggiunge Fassina.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/07/27/news/roma_il_dg_di_atac_rota_azienda_verso_il_fallimento_m5s_avevi_carta_bianca_-171778156/amp/

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(2) “Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti”. A parlare è Bruno Rota, Direttore Generale di Atac (l’azienda dei trasporti di Roma), nominato dal Movimento 5 Stelle. Le accuse sono mosse ad Enrico Stefano, Presidente della commissione mobilità del Comune di Roma, che dopo l’intervista rilasciata dal dg nella quale Atac veniva descritta come un’azienda sull’orlo del collasso, con oltre due miliardi e mezzo di debiti.

http://www.unita.tv/focus/la-lunga-mano-dei-5-stelle-su-atac/

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(3) Il mondo di mezzo Atac segue la stessa filosofia. “Non rompetece le scatole”. Ha appena incassato (in dicembre) il corrispettivo del suo vigoroso appoggio alla sindaca, sotto forma di un accordo che cancella l’odioso obbligo di strisciare il badge a inizio turno. Quando fu introdotto, nel luglio 2015, l’idea di certificare l’orario di ingresso sembrò così scandalosa e intollerabile che la città fu paralizzata per settimane da uno sciopero bianco. Si appurarono responsabilità dirigenziali nel casino e nelle mancate sanzioni ai ribelli. Il sindaco chiese la testa di 10 dirigenti. Gli risposero che sì, era colpa loro, ma liquidarli sarebbe costato 2 milioni di euro e i soldi non c’erano. La cosa finì lì.

http://www.linkiesta.it/it/article/2017/02/23/tassisti-vigili-autisti-e-ambulanti-ecco-le-caste-che-paralizzano-roma/33344/

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(4) “È la stessa storia dell’Alitalia”, dice senza mezzi termini Marco Ponti, docente al Politecnico di Milano e uno dei massimi esperti di economia dei trasporti in Italia. “Nessuno finora ha mai portato i libri in Tribunale, come sarebbe successo per qualsiasi altra azienda, solo perché sono stati usati trucchi e stratagemmi che hanno avuto come unico effetto quello di allungare i tempi senza risolvere alcunché. I sussidi statali sono stati un gelato al veleno – prosegue Ponti – e hanno deresponsabilizzato tutti, in primis i manager che si sono alternati negli anni”.
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Così, rivela Ponti, “abbiamo assistito a manager che hanno continuato a chiedere soldi allo Stato per via partitica pensando che imbottendo di medicine il malato si potesse risolvere la questione. Ma questo è un malato terminale, è un’azienda fallita”. Il docente ci va giù duro: “Chi ha avuto e ha in mano il destino di Atac e delle altre municipalizzate non bada tanto al bene dell’azienda e a quello dei cittadini che usufruiscono dei servizi offerti” ma “solo a drenare voti e chiedere denaro, circostanze che gridano vendetta. È così che si risolvono le crisi aziendali?”, domanda provocatoriamente.

http://www.lanotiziagiornale.it/atac-raggi-va-a-rota-libera-ennesimo-ribaltone-nella-municipalizzata-dei-trasporti-della-capitale/

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A questo proposito, "noi siamo gli unici ad avere una proposta politica per il futuro di Atac, perchè non si tratta solo di come risolvere il problema del debito, ma anche di offrire un servizio degno di una Capitale europea. E l'unica soluzione è una gara a evidenza pubblica con il Comune che controlla il gestore". "I romani - sottolinea ancora il segretario - hanno capito che questa è una grande occasione di riforma e l'hanno capito con lo strumento dell'iniziativa popolare".

http://www.romatoday.it/politica/referendum-atac-22-mila-firme.html

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(6) Insomma, l’apparato funziona poco e male e ha scarsa considerazione dei diritti del cittadino e si ritiene immune da colpe che tende a scaricare sulla politica. Quella stessa politica che lo ha generato e ingigantito fino all’inverosimile non per favorire la popolazione, ma più semplicemente il consenso elettorale.
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Andrebbero chiusi l’infinità di enti inutili, privatizzare le municipalizzate, così come affidate ai privati una quantità di gestioni pubbliche che strategiche non sono. Andrebbero riviste per legge l’infinità di guarentigie dei contratti pubblici rispetto ai privati, perché i diritti e i doveri dei lavoratori devono essere gli stessi sia nel pubblico sia nel privato. Andrebbe curata la formazione nella Pubblica amministrazione, a partire dalla cultura e dalla responsabilità del servizio.

http://www.opinione.it/politica/2017/07/28/elide-rossi-e-alfredo-mosca-assenteismo-clientelismo-mali-italia/

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