LA SICCITÀ DI ROMA…

…diventa un nodo prevalentemente politico (1), terreno di scontro tra Regione e Comune. Il problema è in realtà tecnico, risiede nello stato della rete idrica (2) e nella gestione del bacino del lago di Bracciano (3); ma non è un problema solo romano (4).

(1) Nella Capitale continua il rimpallo di responsabilità tra Regione Lazio e Comune, per in interposta società controllata. Il piano di Acea per fronteggiare la crisi idrica, una volta che saranno sospesi i prelievi dal lago di Bracciano ordinati dalla Regione, prevede turni di otto ore senza acqua ogni giorno per circa un milione e mezzo di romani.
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Contro la multiutility si scaglia il deputato Pd Emiliano Minnucci, già sindaco di Anguillara, che lancia un pesante j'accuse al presidente operativo di Acea Ato 2. "Invece di rilasciare dichiarazioni a mezzo stampa e accusare la Regione Lazio di lasciare la Capitale senz'acqua, Paolo Saccani dovrebbe iniziare a trovare le giuste soluzioni al fine di garantire il normale servizio idrico a tutti i suoi utenti".

http://www.huffingtonpost.it/2017/07/23/impreparati-allemergenza-due-terzi-dellitalia-a-secco-10-reg_a_23044047/

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(2) Il 3 luglio è cominciata a Roma la chiusura graduale dei nasoni, le storiche fontanelle della capitale costruite nel 1874 e diventate uno dei simboli della città. Si chiuderanno trenta fontanelle al giorno, fino a lasciarne attive solo 85 su 2.800. Non possono essere chiuse tutte insieme perché svolgono una funzione fondamentale per l’intera rete idrica, permettendo di mantenere in pressione le tubature, che sono molto vecchie e danneggiate.
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“Se in Italia il consumo quotidiano pro capite di acqua è di 6.115 litri (il 25 per cento in più rispetto alla media europea) e la perdita dell’acqua tra le fasi di prelievo e di effettiva erogazione è di circa il 27 per cento, il problema non sono i nasoni. E in una città abbracciata dal caldo africano evitiamo di aggiungere pene alle pene”, conclude Stasolla.

https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2017/07/06/chiudere-fontanelle-nasoni-roma

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(3) La crisi inizia alla fine del 2015quando un inverno particolarmente piovoso (circa 1500 millimetri di pioggia contro i circa 900 della media) portarono il lago al suo livello naturale dopo oltre 12 anni di siccità. Per la verità, lo portarono anche oltre e l’asta idrometrica quel marzo arrivo a misurare più venti centimetri rispetto allo zero. Anche se il lago era tornato ad oscillare intorno al suo valore di riferimento naturale(lo zero altimetrico corrisponde alla quota in cui l’acqua comincia a sversare nell’Arrone, emissario naturale del lago) in quei dodici anni si è persa memoria di quel livello e numerose attività economiche spinsero la classe politica locale a chiedere di abbassare repentinamente i livelli aprendo le paratoie dell’Arrone.
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Passò la primavera e poi arrivò ancora l’estate. I guai cominciarono sul finire dell’estate quando una violenta tromba d’aria prima bomba d’acqua il 16 settembre scarico’ in poche ore oltre 130 millimetri di pioggia, proprio nell’area dove il lago ha le sue sorgenti. L’acqua defluì immediatamente a mare e l’impatto delle piogge fu assolutamente trascurabile ai fini della ricarica delle sorgenti.

http://www.agi.it/cronaca/2017/07/23/news/crisi_idrica_roma_bracciano-1977295/

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(4) Per gli agricoltori, da Nord a Sud, sta diventando sempre più difficile ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, con i raccolti che in varie aree rischiano di ridursi anche del 50%. A dare la misura dell'emergenza è lo stato di sofferenza di fiumi e laghi: sotto il livello di guardia il lago di Bracciano, il Lago di Garda è appena al 34,4% di riempimento del volume mentre il fiume Po al Ponte della Becca a Pavia è a circa 3,5 metri sotto lo zero idrometrico. Dati sulla base dei quali il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha annunciato l'avvio delle verifiche con le Regioni per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale per attivare il Fondo di solidarietà nazionale.
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Il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, ha definito «critica» la situazione a Roma, ipotizzando la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione civile, su richiesta regionale. E proprio nella capitale, una delle ipotesi in campo per far fronte all'emergenza idrica è un piano che prevede turni di 8 ore senza acqua ogni giorno per circa un milione e mezzo di romani, una volta che saranno sospesi i prelievi dal lago di Bracciano ordinati dalla Regione Lazio.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-07-24/a-secco-due-terzi-dell-italia-10-regioni-pronte-chiedere-stato-calamita-081537.shtml?uuid=AEnd1z1B

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