LE DUE PRIORITÀ FRANCESI…

…circa il nodo libico (1) rimandano a un interesse economico nella regione (2) ma anche politico (3); l'obiettivo è di assumere un ruolo di regia in uno scacchiere internazionale (4). Una mossa che gioverà anche alla sua immagine (5).

(1) La crisi libica contiene due problemi ritenuti "prioritari" dal governo francese: la lotta alla minaccia terroristica e quella contro il traffico di migranti. "La sfida - spiegano dall'Eliseo - è costruire uno Stato capace di rispondere ai bisogni fondamentali dei libici, dotato di un esercito regolare unificato sotto l'autorità del potere civile", un passo considerato "necessario per il controllo del territorio libico". La speranza è che dal vertice possa scaturire "una dichiarazione congiunta condivisa" dai due antagonisti sui "grandi principi di una transizione politica".

http://m.huffingtonpost.it/2017/07/25/nel-castello-con-macron-faccia-a-faccia-sarraj-haftar-alfano-i_a_23046637/

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(2) In chiaro Parigi dice di voler creare uno Stato in grado di soddisfare le esigenze di base dei libici, dotato di un esercito unificato sotto l'autorità del potere civile. "È una necessità per il controllo del territorio libico e dei suoi confini, al fine di combattere i gruppi terroristici e il traffico di armi e di migranti - riferisce una nota dell'Eliseo - ma anche di fronte a un ritorno a una vita istituzionale stabile". In realtà il vero obiettivo è rinnovare gli accordi commerciali che un tempo Tripoli era solita stringere con l'Italia.
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"Nel giro di un paio di mesi il presidente francese è riuscito a fare quello che prima Renzi e ora Gentiloni non sono stati capaci di fare in oltre tre anni e mezzo di inutili 'bla bla'", tuona il senatore leghista Roberto Calderoli spiegando che, in questo modo, la Francia avrà il petrolio mentre lascerà all'Italia gli immigrati.

http://m.ilgiornale.it/news/2017/07/24/macron-mette-le-mani-sulla-libia-forza-italia-e-il-fallimento-di-genti/1423982/

(3) Senza essere troppo dietrologisti va ricordato che da tempo la Francia sta mettendo in Libia i bastoni fra le ruote all’Italia, probabilmente nel quadro di una sorta di ripicca per quanto avvenne nel 1987, quando il presidente tunisino Habib Bourghiba fu destituito con un piccolo golpe definito “dei camici bianchi”, cioè per “incapacità psicofisica”, ed al suo posto i servizi italiani misero Ben Alì, cosa confermata nel 1999 in audizione dal capo del Sismi Fulvio Martini: lo scopo era quello di strappare alla Francia la zona di influenza, ed oggi i francesi punterebbero a prendersi la loro fetta di Libia lasciando all’Italia la Tripolitania, dove comunque si concentrano gli interessi di Roma.
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Fatto sta che Haftar, che in barba all’embargo ha ricevuto armi dall’asse emiratino-egiziano, controlla con il suo esercito buona parte della Cirenaica e soprattutto la mezzaluna del petrolio, dove ci sono i principali giacimenti, mentre il governo “di Tripoli” continua ad essere traballante e limitato dagli egoismi dei capitribù e delle milizie di ogni ordine e grado, comprese quelle salafite.

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(4) Since 2011 the Libyan crisis has moved from being a domestic dispute to assuming increasing importance at the international level. Today it represents a crucial issue affecting global security. The intervention of external actors in the Libyan crisis was mainly driven by a desire to direct the transition towards outcomes that would best meet their own political and economic interests. Accordingly, each external player tried to support one specific faction, favoring either the Parliament in Tobruk, upheld by Khalifa Haftar, or the Presidential Council headed by Fayez al-Serraj in Tripoli, the latter being legitimized by the UN as well as by local militias in both Misrata and Tripoli.

http://www.ispionline.it/articoli/articolo/mediterraneo-medio-oriente/foreign-actors-libyas-crisis-17135

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(5) La luna di miele tra Emmanuel Macron e la Francia é giá finita. Netto calo della popolarità del presidente francese che a luglio e' crollata di 10 punti, con appena il 54% dei francesi soddisfatti del suo lavoro. Lo rivela un sondaggio pubblicato da Le Journal du Dimanche e realizzato tra il 17 e il 22 luglio. Netto calo (8 punti) anche del gradimento nei confronti del premier Edouard Philippe, che passa dal 64 al 56%.
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A conservare l'affetto dei francesi ci era riuscito Nicolas Sarkozy, eletto nel maggio 2007 con una popolarità pari al 65%, aveva vissuto uno 'stato di grazia' durato tutto l'anno e nell'agosto i consensi erano cresciuti al 66%.

http://www.affaritaliani.it/affari-europei/francia-crolla-il-consenso-in-macron-491719.html?ref=ig

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