IL RITORNO DELL'AMBASCIATORE ITALIANO…

…in Egitto, giustificati da ragione di Stato, si fondano su accordi deboli (1), non danno garanzie né sul piano politico né commerciale (2); l'Italia, non tenendo conto della situazione egiziana in quanto a rispetto dei Diritto Umani (3), denota una linea precaria in politica estera (4), impossibilitata al momento di avanzare richieste forti come l'estradizione degli autori dell'omicidio di Giulio Regeni (5). L'Italia viene così assorbita dall'intreccio di interessi europei, e il reportage del NYT rimane l'ultimo atto di denuncia importante (6).


(1) Gli accordi sulle #indagini su #Regeni tra #Italia e #Egitto a sigillo della ripresa delle #RelazioniInternazionali appaiono poco convincenti. Spunti da Tommaso Cerno su L'Espresso.

«E, pur senza poterlo dire, nel mondo di mezzo fra democrazia e regime, 
la scelta di chiudere la sede diplomatica non era mai andata giù. Facciamo 
una scommessa: dietro questa operazione c’è qualche garanzia egiziana sul caso Regeni. Ma la domanda è questa: noi, con il nostro passato, e loro con il comportamento tenuto fin qui, possiamo credere d’ora in avanti che qualsiasi cosa emerga, come ne emergono ogni giorno, sia la verità? In teoria, ci dicono da palazzo Chigi, sì.»

http://m.espresso.repubblica.it/attualita/2017/08/18/news/caso-regeni-la-verita-e-il-teatro-1.308215

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(2) La ripresa delle #RelazioniInternazionali tra #Italia ed #Egitto non assicura alcuna collaborazione in campo #politico né #commerciale. Spunti su Madamasr.

«We do not believe that the return of the Italian ambassador — even an authoritative figure like Cantini — will motivate the Egyptian government to shed more light on Giulio Regeni’s tragic case. The decision to return our diplomatic representative with no real cooperation from Egyptian authorities in the search for truth not only means almost certainly abandoning the last hope of justice for Giulio, it also betrays a deep misunderstanding of the Egyptian regime’s ferocious practices, and undermines any supposed attempts to achieve stability and security objectives for our country.
[…]
Supporters of the government’s decision to return the ambassador claim that, although morally unpleasant, the story of a single person cannot be given priority over national interests. But it is important to point out that national interests are not served by this decision, rather they are further damaged. As the 2010-11 Arab revolutions have shown, security without social and political justice is inevitably precarious and unstable, and is likely to create even greater dangers. Even the conviction that the ambassador’s return could consolidate business relations with Egypt and Libya seems to be dictated more by optimism than reality.»

https://www.madamasr.com/en/2017/08/21/opinion/u/raison-detat-on-giulio-regeni-and-the-return-of-italys-ambassador-to-cairo/amp/

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(3) L'articolo del #NYT su #Regeni non era rivolto all'#Italia ma all'#Egitto, dove il rispetto dei #DirittiUmani è gravemente compromesso. Spunti da Sergio Romano su Il Corriere della Sera.

«Il ritratto dell’Egitto è disastroso. Secondo Walsh le tre principali agenzie egiziane di sicurezza hanno stazioni televisive, controllano un gruppo parlamentare, decidono dove passa la frontiera fra il lecito e l’illecito, sono molto attive nel mondo degli affari, possono sbarazzarsi di un avversario chiudendolo in un carcere o impedendogli di trasferirsi all’estero. Sarebbero responsabili di 1.700 «desaparecidos» e di esecuzioni «extra giudiziali».
[…]
Abbiamo creduto che l’articolo del New York Times parlasse principalmente di noi. Forse parlava anzitutto di Donald Trump.»

http://www.corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2017/08/22/30/i-misteri-del-caso-regeni-e-gli-attacchi-a-trump_U43360132514810r9D.shtml

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(4) La ripresa delle #RelazioniInternazionali con l'#Egitto avvia una lenta normalizzazione del caso #Regeni, e denota una #politica estera debole. Spunti da Luigi Manconi su Il Manifesto.

«La logica che sembra aver prevalso è quella della restaurazione della normalità diplomatica e politica nei rapporti tra l’Italia e l’Egitto. È una logica che, presentata come omaggio doveroso al realismo politico e alle esigenze geo-strategiche di quell’area del mondo, rivela invece tutta la goffaggine e il dilettantismo di una politica estera incapace, ancora una volta, di una propria autonomia e di un disegno di lungo periodo. Un disegno che consenta all’Italia, senza complessi di inferiorità e senza automatismi di schieramento, di svolgere un ruolo davvero costruttivo in un’area così delicata e precaria.»

https://ilmanifesto.it/regeni-vittima-di-una-politica-incapace/

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(5) La richiesta di #estradizione per i responsabili dell'omicidio di #Regeni potrebbe essere una via praticabile; vince #Realpolitik? Spunti da Marco Pisoni su LinkedIn.

«Può rispettare un patto fondamentale che ogni democrazia con i propri cittadini in uno stato di diritto liberale, ovvero la tutela dei loro diritti umani fondamentali quando sono all'estero, e quindi esigere l'estradizione dei responsabili egiziani di questo efferato crimine, affinché vengano processati in Italia (pena la rottura completa dei rapporti diplomatici e commerciali), oppure può scegliere la via di Machiavelli e della “realpolitik” e tutelare gli interessi commerciali delle grandi aziende come l'ENI.»

https://www.linkedin.com/pulse/il-governo-italiano-merita-la-lealt%C3%A0-dei-propri-cittadini-mark-pisoni
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(6) La #polemica contro il #NYT distoglie l'attenzione dal fatto che la ripresa delle #RelazioniInternazionali con l'#Egitto è una resa di fatto. Spunti da Barbara Ciolli su Africa Express.

«Ogni giorno, nell’Egitto che fa comodo all’Italia anche per prendersi indietro i migranti, dai dati delle ONG (anch’esse al soldo dei poteri economici e politici americani, si dice) tre Regeni egiziani scompaiono nel nulla: l’ex generale al Sisi sarà pure nel mezzo di una faida tra procura e polizia e relativi servizi rivali d’intelligence, non sarà neanche il peggiore, ma guida un regime militare dove anche un ragazzo italiano è morto di morte ingiusta. Perché prendersela con il NYT e difendere lui?»

http://www.africa-express.info/2017/08/22/18883/
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