MENTRE SI DELINEANO NUOVI PARADIGMI DELL'INDUSTRIA…

…rimane in Italia uno zoccolo duro di cultura pre-industriale (1). Il risultato è l'incertezza sul futuro dell'industria pesante italiana come ILVA (2), ENI (3), che dovrebbero mostrarsi in grado di adeguarsi al cambiamento culturale in atto che, dal basso, sta affrontando già alcuni grossi problemi (4). Al di là della narrazione disfattista, l'Italia è ancora un campo di interesse a livello industriale (5): le istituzioni sono chiamate a lasciare spazio e a fertilizzare il campo dell'innovazione. 



(1) Servirebbe un grande wash-out di imprese e posti di lavoro, prodromo di una epocale riallocazione di risorse verso la parte produttiva che ancora sopravvive, in primis attraverso una riduzione secca e cospicua di prelievo fiscale. Servirebbero licenziamenti diffusi su scala ancora sconosciuta persino a un paese in crisi cronica, e riduzione delle prestazioni economiche, ovvero un significativo peggioramento del tenore di vita, per decine di migliaia di persone i cui compensi non sono nemmeno remotamente in linea con il valore aggiunto che sono (stati) in grado di garantire. Servirebbe ammettere che, per quanti soldi pubblici si vorrà continuare a riversarvi, l’urto della realtà alla fine investirà l’Ilva di Taranto, e molte altre consimili “imprese” tenute in vita artificialmente.

http://www.stradeonline.it/istituzioni-ed-economia/1701-quello-liberale-e-un-vuoto-di-realismo-nel-paese-delle-favole

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(2) Nel corso dell’incontro il sindacato ha manifestato forti preoccupazioni, poiché il piano industriale ILVA dell’AM INVESTCO non è mai stato loro presentato, con tutto ciò che consegue in termini di incertezza sui versanti della bonifica interna dello stabilimento e dell’impatto ambientale, legato alle future attività. Altrettanto ignote risultano le ricadute dei livelli occupazionali.

http://www.canale189.it/news/2017/08/02/ilva-un-gruppo-di-lavoro-permanente-incardinato-presso-la-task-force-regionale/

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(3) A furia di parlare delle disavventure che riguardano l’Ilva, si rischia di dimenticare cosa succede nella Raffineria Eni. Eppure, al Ministero dell’Ambiente vengono convocate sistematicamente Conferenze dei Servizi e incontri tecnici che non dovrebbero passare sotto silenzio.
[…]
Arpa Puglia ha insisito sulla necessità di attivare un monitoraggio che interessi tutti i piezometri ubicati nel fronte barriere, in quanto nelle vicinanze della zona interessata è stata riscontrata la presenza di surnatante (petrolio sversato). Sempre Arpa ha richiesto ad Eni la trasmissione di una cartografia che riporti l’ubicazione di tutti i piezometri che hanno rilevato superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) corredata dalla relativa mappa delle isoconcentrazioni.

http://www.inchiostroverde.it/falda-inquinata-eni-taranto/

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(4) Per ora, però, metà degli interventi prioritari per debellare un secolo di inquinamento (non solo di Italsider/Ilva, Eni, Cementir ma anche dell’industria bellica delle due guerre mondiali) sono stati realizzati. Tra questi la messa in sicurezza e la riqualificazione di 5 istituti scolastici al quartiere Tamburi, quello che confina con l’Ilva: «Deledda», «Vico», «De Carolis», «Giusti» e «Gabelli». «L’area del Sito di interesse nazionale oggetto della bonifica si estende per 117 chilometri quadrati. Ma l’area di crisi ambientale è molto più ampia, 564 chilometri quadrati. Per questo — spiega Corbelli, che ha ricevuto l’incarico di commissario in qualità di segretario del Distretto idrografico dell’Appennino meridionale — nel 2015 ho proposto che l’azione fosse a più ampio raggio. Anche perché nell’area Sin non era compreso il quartiere Tamburi». Tra gli interventi prioritari c’è anche la rimozione dei rifiuti radioattivi pericolosi del deposito ex Cemerad di Statte, attesa da 25 anni e iniziata nel maggio scorso con i primi 86 di 16mila fusti: «Erano i più pericolosi — spiega Corbelli — entro dicembre ne rimuoveremo altri 3.400 ed entro giugno 2018 tutti gli altri». La riqualificazione più suggestiva è sicuramente quella del primo seno del Mar Piccolo che ha l’obiettivo di restituire a Taranto il suo nucleo fondativo e di consentire nuovamente l’allevamento delle cozze, oggi relegato al secondo seno.

http://www.corriere.it/economia/17_agosto_10/taranto-c-anche-bonifica-avviata-grazie-vera-geologa-manager-8ed8fe94-7e07-11e7-a0e8-43bfc81a3761_amp.html

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(5) L'operazione, è spiegato nelle slide sui risultati finanziari, è "un'importante acquisizione strategica" per ArcelorMittal, dal momento che "l'Italia è il secondo maggior mercato dell'acciaio in Europa e noi non possediamo alcuna fabbrica di produzione dell'acciaio primario nel Paese"

http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2017/07/27/ilva-arcelormittal-opportunita-unica_344c5e34-7d72-44b7-ab28-05bcc78c7e62.html

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