LA RIFORMA DEL LAVORO FRANCESE…

…pensata dalla Ministra Pénicaud e promossa da Macron giunge all'apparenza come un'anomalia politica, perché osa molto nel momento in cui la popolarità del Presidente francese è in calo (1). La riforma decentralizza la contrattazione, che da nazionale diviene aziendale (2), spostando così a livello dei sistemi territoriali la competizione; compensa la perdita di potere con l'Alta Formazione dei delegati sindacali (3), vittime negli ultimi anni di una crisi di vocazione; viene così, di fatto, riconosciuta la superiorità di un movimento storico e l'inutilità di un'opposizione ideologica generalizzata (4). Per quanto riguarda il nodo politico, questo è stato risolto approfittando di un'ammortizzazione temporanea delle fluttuazioni finanziarie (che altrimenti si sarebbero fatte sentire) (5), e si potrebbe addirittura assistere a uno switch della base di consenso di Macron (6), che virerebbe verso le imprese. Il nodo sindacale è stato invece risolto tramite negoziazioni incrociate (7), ma ha contribuito l'isolazionismo a Sinistra di Melenchon (8).



(1) La #riforma del #lavoro della #Penicaud voluta da #Macron osa nonostante il calo di #popolarità nei sondaggi. Spunti su L'Indro.

«E’ un Emmanuel Macron pronto a tutto quello che nelle ultime settimane sta cercando di aumentare la propria popolarità, in Francia e all’estero. In forte calo nei sondaggi, sembra davvero giunto ad un bivio. Il consenso è crollato di 13 punti in un mese, al 41%, mentre quello del premier Philippe, che ne ha persi 8, è al 39%. A dirlo è l’istituto Kantar Sofres-OnePoint per ‘Le Figaro Magazine‘.»

http://www.lindro.it/macron-tra-riforme-e-tentativi-di-aumentare-la-popolarita/

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(2) Il #decentramento della #contrattazione è il focus principale della #riforma del #lavoro della #Penicaud voluta da #Macron. Spunti da Riccardo Sorrentino su Il Sole 24 Ore.

«Le grandi organizzazioni dei lavoratori, in realtà, sono chiamate a svolgere il loro lavoro solo nelle aziende con più di 50 addetti (e non 300, come chiedevano gli imprenditori); mentre in quelle più piccole, che occupano più del 50% della forza lavoro francese, le trattative saranno svolte con un rappresentante eletto tra i lavoratori o, nelle imprese con meno di 20 addetti, con tutti i dipendenti. Solo il 4% dei delegati delle organizzazioni sindacali è del resto presente oggi nelle piccole e medie aziende.

Gli accordi aziendali potranno riguardare stipendi – ma in Francia esiste il salario minimo – premi di anzianità, tempi e orari, organizzazione del lavoro e saranno sottoposti a referendum.»

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/mondo/2017-08-31/la-francia-passa-contrattazione-aziendale-143437.shtml?uuid=AE1ZO5KC

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(3) Spostamento a livello dei #sistemi territoriali della #competizione e rafforzamento delle #competenze dei delegati #sindacali tra i punti della riforma del #lavoro voluta da #Macron. Spunti da Lilli Casano e Michele Tiraboschi su Bollettino Adapt.

«Sta di fatto che Governo e parti sociali italiane dovrebbero studiare con attenzione il processo di riforma avviato in Francia e i relativi testi normativiper non trovarsi spiazzati nella gestione attiva della nuova grande trasformazione del lavoro che dà luogo a una competizione (non tra singole imprese o tra sistemi regolatori del lavoro quanto) tra rinnovati sistemi territoriali capaci di diventare snodi nella nuova economia di rete e nelle catene globali del valore.
[…]
La riforma, facendo tesoro di analisi condotte negli anni precedenti che hanno evidenziato il forte peso della impreparazione degli attori sociali tra gli ostacoli a una maggiore diffusione della contrattazione collettiva aziendale, prevede misure operative per la formazione dei sindacalisti e per la loro crescita professionale. Ai rappresentanti eletti e ai delegati sindacali è consentito l’accesso alla carriera di ispettore del lavoro (mediante concorso pubblico) e viene mobilitata una rete di Università e Grandes Ecoles per la formazione sindacale.»

http://www.bollettinoadapt.it/cosa-cambia-nella-regolazione-del-lavoro-francia-spunti-di-riflessione-per-il-caso-italiano/

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(4) Nella presentazione della #riforma del #lavoro #Macron riconosce il passaggio storico cui il diritto deve adeguarsi. Spunti su L'Opinione delle Libertà.

«"Il diritto del lavoro - ha continuato il premier nel solenne discorso da Palazzo Matignon - non è chiaramente la prima causa della disoccupazione in Francia, questo è chiaro, ma sappiamo anche che se vogliamo progredire sulla questione del lavoro tutte le cause della disoccupazione vanno trattate insieme". "Oggi nessuno può sostenere seriamente che il nostro codice del lavoro favorisca le assunzioni", ha tagliato corto. Già duramente criticata da alcuni sindacati, la "Loi Travai" si compone di cinque diverse ordinanze illustrate dalla ministra del Lavoro Muriel Penicaud. Dopo il trionfo di Macron all'Eliseo e la successiva vittoria di En Marche! alle elezioni legislative il fedelissimo Edouard Philippe ha tenuto a dire che ora "abbiamo un mandato chiaro degli elettori sulla riforma del lavoro". È arrivato il momento di porre fine ad "anni di occasioni perse".»

http://www.opinione.it/esteri/2017/09/01/redazione_francia-riforma-lavoro-macron/

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(5) Dal punto di vista #finanziario, #Macron può approfittare di un'ammortizzazione temporanea per fare mosse impopolari. Spunti su ADVISORonline.

«I saliscendi di popolarità del presidente francese, che presto si troverà a dover gestire i movimenti sociali attesi per l’autunno, si sono ad ora fatti sentire ben poco sull’andamento dei titoli di Stato. Dopo le elezioni, i rendimenti degli OAT, infatti, sono stati per lo più trainati dai flussi provenienti dal Giappone e dalla Bce. Nel primo caso, dopo essere stati venditori netti nel periodo antecedente le elezioni, post-voto gli investitori nipponici hanno ripreso gli acquisti facendo progressivamente scendere lo spread OAT/Bund, salito a 80 punti base, fino a 30 punti base. Di supporto anche il discorso di Draghi a Sintra, che ha innescato un’ondata di vendite massicce che ha favorito gli OAT rispetto ai Bund, e gli acquisti del Qe, che si sono orientati soprattutto verso Francia (e Italia).»

http://www.advisoronline.it/asset-manager/societa-di-gestione-del-risparmio/43533-macron-anche-gli-oat-si-disinnamorano.action

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(6) Il rilancio del #consenso di #Macron può venire dalle #imprese, in un momento in cui la #popolarità è in calo. Spunti su Teleborsa.

«Cresce ad agosto il sentiment delle imprese manifatturiere francesi, anche se cala la fiducia nel mercato del lavoro, mentre il clima degli affari rimane ai massimi dagli ultimi sei anni.»

http://www.teleborsa.it/News/2017/08/24/francia-in-crescita-la-fiducia-della-manifattura-ad-agosto-79.html

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(7) La riforma del #lavoro ideata dalla #Pénicaud nasce avendo già risolto il nodo #sindacale, grazie a mesi di #negoziazioni andate a buon fine. Spunti su Il Post.

«È una riforma molto delicata per la Francia, un paese dove i sindacati hanno molto potere contrattuale e dove i lavoratori godono di un elevato grado di protezione dal licenziamento.
[…]
Il fronte della sinistra e dei sindacati è ulteriormente diviso sulla riforma. Una parte del Partito Socialista, per esempio, la appoggia più o meno apertamente. Force Ouvrière e CFDT, due dei principali sindacati del paese, hanno detto che per quanto non siano del tutto soddisfatti, non aderiranno allo sciopero generale proclamato dalla CGT e nemmeno alla manifestazione di Mélenchon. La CFDT, un sindacato moderato e il più grande del settore privato, aveva scelto di non partecipare a diverse proteste già in passato, quindi la sua posizione era in parte scontata. Force Ouvrière, invece, era tra i sindacati che si erano opposti con forza alla riforma del lavoro di Hollande. La sua astensione dallo sciopero del 12 settembre è considerata da molti un importante successo per Macron.»

http://www.ilpost.it/2017/09/01/riforma-lavoro-macron-francia/

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(8) Sulla #riforma del #lavoro avanzata da #Macron anche il nodo #politico sembra risolto, i #Sindacati si ritrovano di fatto soli. Spunti da Francesco Ditaranto su Globalist.

«Di certo, dopo il fallimento della lunga e sfibrante battaglia contro la Loi Travail di un anno fa, sarà difficile mobilitare nuovamente una fetta importante della popolazione. Tutto questo anche perché la sponda politica più importante per un’eventuale opposizione alla nuova riforma del lavoro, la France Insoumise di Melenchon, ha deciso di marcare le proprie differenze con il resto del mondo e sfilare, da sola, il prossimo 23 settembre, per accreditarsi, in linea con la tradizione della sinistra francese, come l’unica forza alternativa alla maggioranza presidenziale.»

http://www.globalist.it/world/articolo/2010762/francia-la-riforma-del-lavoro-promette-un-autunno-caldo.html

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