IL GOVERNO CONTE-BIS…
…come tutti si aspettavano (1) si è fatto, anche se l’opinione pubblica propendeva per la soluzione contro-istituzionale delle elezioni anticipate (2). L’opzione di avviare un governo di transizione, che avrebbe lasciato spazio al M5S (3), è stata scartata di fronte alla possibilità che il PD, che già godeva di scarso consenso (4), perisse per via delle scosse scissioniste di Renzi (5). Ora la nuova squadra di governo deve giocarsi tutto il proprio potenziale (6), per colmare quei vuoti di Politica ereditati da tempi più e meno recenti (7).
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(1) L’expert #survey dà come più probabile una prosecuzione dell’esecutivo, opzione preferita anche dai lettori. Spunti da Youtrend.
«Rispetto all’expert survey da noi condotta la scorsa settimana, si allontana la possibilità di tornare alle urne già tra fine ottobre e inizio novembre (22%). Sembra invece sempre più concreta la possibilità di vedere a Palazzo Chigi un nuovo esecutivo sorretto da una maggioranza composta dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle (36%), nonostante i dubbi che sembrano affliggere il Segretario del PD Nicola Zingaretti.
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Ebbene, per gli oltre mille rispondenti, la probabilità che gli italiani siano chiamati al voto tra ottobre e novembre è appena del 36,2%. Una percentuale che rispecchia, in qualche modo, le speranze dei rispondenti: per il 34,9%, infatti, la soluzione migliore sarebbe un ritorno alle urne, mentre ben il 65,1% preferirebbe proseguire con un nuovo esecutivo, sia esso un Governo di legislatura (42,3%), o un Governo elettorale incaricato di portare a compimento la legge finanziaria per poi votare nei primi mesi del 2020 (22,7%).»
https://www.youtrend.it/2019/08/20/crisi-di-governo-il-sondaggio-predittivo-2/
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(2) Il 72% degli elettori vuole #elezioni anticipate, ma né #M5S né #Lega sembrano volerle accordare; le rispettive #strategie vanno in altre direzioni. Spunti da Roberto d’Alimonte su Il Sole 24 Ore.
«Che addirittura l’ 88% degli elettori pentastellati preferiscano che, nonostante tutto, il governo Conte vada avanti non è difficile da spiegare. Visto che in Parlamento rappresentano oltre il 30 % degli eletti mentre i sondaggi li danno intorno al 15% dei voti, è razionale che non vogliano nuove elezioni. Ma perché gli elettori del Pd e quelli di Forza Italia dovrebbero preferire il ritorno al voto ? In questo sondaggio, e in altri usciti recentemente, le intenzioni di voto alla Lega vengono stimate tra il 37 e il 39 per cento. Nel nostro caso al 38,9. Aggiungendo a questa cifra la percentuale stimata per Fratelli d'Italia , cioè il 7,4 , si arriva al 46,3 per cento. Con questi numeri è praticamente certo che in caso di voto anticipato i due partiti otterrebbero insieme la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le camere. Forse gli elettori del Pd e quelli di Forza Italia non lo sanno. Deve essere un difetto di informazione che li spinge a favorire la vittoria di Salvini alle urne.
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Come ha fatto capire in tante occasioni, Salvini non ha nessuna intenzione di allearsi a livello nazionale con Forza Italia. Berlusconi rappresenta quel vecchio mondo da cui la Lega di Salvini vuole prendere le distanze. E, come si vede nel nostro sondaggio, i suoi elettori sono d’accordo con lui. Il 64% preferisce che in caso di elezioni anticipate la Lega si allei solo con Fdi, e altri del centro-destra, ad esclusione di Forza Italia. Solo il 18% vorrebbe includere il partito di Berlusconi.»
http://amp.ilsole24ore.com/pagina/ACPohnc?__twitter_impression=true
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(3) L’eventuale #Governo di salvezza nazionale potrebbe essere un campo aperto per le sperimentazioni anti-istituzionali del #M5S, senza prevenire per davvero nuove #elezioni. Spunti da Carmelo Palma su Strade.
«Di Maio nello spregiare la disponibilità di Renzi ha chiarito che la “prova d’amore” chiesta alle forze che lavorano per la prosecuzione della legislatura è l’immediato taglio della capoccia simbolica di 345 parlamentari, cioè l'approvazione della riforma costituzionale finora avversata in Parlamento da centinaia di deputati e senatori, da Renzi in giù, ora prontissimi a sostenerla. E visto che il M5S non intende evidentemente riconvertire la propria armata nichilista in un esercito patriottico, è quantomeno presumibile che, con un nuovo governo, vorrebbe confermare tutte le riforme – a partire da quelle più immonde, sulla giustizia – su cui l’alleato leghista recalcitrava.
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Se il M5S non è migliore della Lega, la Lega rappresenta però un pericolo peggiore: semplicemente perché è più forte e rappresentativa del mainstream etno-nazionalista. Ma rispetto a questo pericolo l’alternativa che si prospetta non è tra votare subito o votare dopo, ma tra diverse scelte rispetto utili a evitare che il prossimo voto politico - che comunque arriverà - possa rappresentare un pericolo per la democrazia italiana. Un governo qualunque, di qualche mese o di legislatura, non solo non sarebbe utile, ma sarebbe dannoso, sia all’Italia, sia alla causa anti-sovranista.»
https://www.stradeonline.it/istituzioni-ed-economia/3988-dopo-conte-qualunque-governo-con-il-m5s-sarebbe-ancora-piu-grillino-no-grazie
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(4) Gli italiani non si fidano di #Zingaretti e #Renzi, perdono fiducia in #Salvini mentre ne acquistano per #Conte; #Mattarella rimane un punto di riferimento. Spunti da Open.
«E se la Lega perde punti in percentuale come partito, fa altrettanto Matteo Salvini come suo leader. Nei giorni del Conte-bis i dati mostrano una fiducia verso l’ex ministro dell’Interno attorno al 32%. Si fida poco o per niente, invece, il 68,1% degli italiani. Dietro al capo politico del Carroccio si piazza Nicola Zingaretti. Il governatore del Lazio e segretario del Pd è tra le figure di cui gli italiani si fidano meno, con il 75,5% di voti negativi. Ma è l’ex premier Matteo Renzi che si prende il primato più negativo con il 85,4%. Dall’altra parte salgono nelle preferenze degli italiani Sergio Mattarella e Giuseppe Conte.»
https://www.open.online/2019/08/30/i-giorni-di-conte-sondaggi-la-lega-perde-punti-ma-rimane-primo-partito-in-caso-di-elezioni-mattarella-il-piu-affidabile-per-gli-italiani/
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(5) Una possibile uscita di #Renzi dal #PD gioverebbe poco al Senatore ma molto al partito. Spunti da Andrea Turco su Termometro Politico.
«Secondo il sondaggista Nicola Piepoli, un partito dell’ex premier con i suoi fedelissimi raccoglierebbe a malapena tra l’1 e il 2%. Briciole. “Prenderebbe al massimo l’1-2% se scendesse in politica da solo e fuori dal Pd. Anche se i sondaggi dicono che c’è un’area di elettori che potrebbe votarlo, alla fine il consenso reale per Renzi sarebbe l’abisso: non oltre l’1-2%” afferma Piepoli in un’intervista ad Affaritaliani.it. Insomma, non s’ha da fare. La smania di protagonismo del senatore fiorentino ha però un effetto negativo sui dem. “Il Pd ha due anime, quella di Zingaretti e quella di Renzi. L’anima di Zingaretti è prevalente ma la presenza di quella di Renzi non lo fa salire” spiega Piepoli.»
https://www.termometropolitico.it/1452906_sondaggi-elettorali-piepoli-il-vero-valore-di-un-partito-di-renzi.html
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(6) La nuova formazione #m5spd sarebbe un azzardo; però, se ben gestita, potrà dare benefici importanti. Spunti da Massimo Franco su Corriere della Sera.
«A Palazzo Chigi siederà ancora un neofita della politica che però in quattordici mesi ha mostrato doti sorprendenti di navigazione e mediazione. Conte presiederà una coalizione che non si potrà nascondere dietro elastiche e ipocrite clausole contrattuali. Sarà chiamata non a sommare e elidere politiche e visioni opposte della società, come tra Cinque Stelle e Lega, ma a tentare di amalgamarle: anche qui, più facile a dirsi che a farsi. Per questo, la fase che si apre attraversa un territorio sconosciuto a ogni singolo protagonista.
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Eppure, un nuovo governo Conte potrà avere un forte impatto positivo a livello internazionale. Con equilibri europei in incubazione, l’Italia si ripropone come una vera interlocutrice e non una potenziale guastatrice. Significa che la Commissione e i nostri alleati saranno più attenti e disponibili davanti ad alcune richieste di Roma: sulla flessibilità e le politiche per l’immigrazione. Il vero antidoto a un populismo declinato in termini di scontro e di antieuropeismo può venire da qui. Senza la tentazione di cercare alibi e capri espiatori, o di offrirli a avversari esasperati; e senza allearsi col retropensiero di destabilizzare l’esecutivo di qui a pochi mesi.»
https://www.corriere.it/opinioni/19_agosto_28/fase-politica-85b6798c-c9c2-11e9-89f2-27d7028d49f0.shtml?refresh_ce
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(7) Il #GovernoConte2, nato col favore dell’#UE, dovrà confrontarsi con questioni difficili, come ad esempio la formulazione di una #PoliticaEstera. Spunti da Giancarlo Guarino su L’Indro.
«Il Ministero degli Esteri è una struttura di enorme complessità culturale, non solo organizzativa, piena di persone di altissima qualità, frustrate dalla prevalenza politica di persone di minima qualità, e dalla mancanza assoluta di fondi, per cui spesso non sono in grado letteralmente di agire … non vanno all’estero per risparmiare! Inoltre, la mancanza da tempo di una direzione forte e chiara e di idee e progetti, fa sì che spesso la diplomazia agisca più d’istinto atavico che per scelte politiche.
In una parola, una politica estera l’Italia non ce l’ha e, con tutta la simpatia per il ragazzo oggi in gramaglie, non mi pare proprio che Di Maio possa dargliela.
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In tutta franchezza, non credo che questo Governo avrà la vita facile, le tensioni si faranno sentire, specie quando col passare del tempo ci si renderà conto che i sondaggi a favore di Salvini sono alquanto esagerati, e quindi si riaprirà la voglia di buttare tutto all’aria, tanto più che, forse mi sbaglio di grosso, Conte non è più l’idolo di Di Maio e viceversa. E tanto più, infine, che Conte cercherà ora di fare vedere quanto è bravo e quanto è autonomo, e quindi approfondirà i contrasti, sempre che non caschi (come mi pare possibile) nella sindrome salviniana.»
https://www.lindro.it/governo-giallorosso-navigazione-complessa-in-mare-agitato/