IN SIRIA SI STA CONSUMANDO…

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…una tragedia annunciata, frutto di un tacito accordo tra blocchi in conflitto (1) che vedono nel mezzo coalizioni mutevoli (2): il territorio siriano è conteso tra Stati Uniti e Russia, ma anche tra Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e, internamente, Assad, ribelli, curdi e ISIS (3). Dopo gli attacchi turchi, in questo difficile scacchiere si inserisce anche l’UE, che con gli accordi sui migranti si è sottoposta al ricatto di Erdogan (4).


(1) ‪Il #ritiro delle truppe degli #US dalla #Siria, la garanzia di una zona cuscinetto a nord e il silenzio di #Iran e #Russia lasciano intendere che tra #Trump ed #Erdogan siano intercorsi accordi. Spunti da Enrico Oliari su ‬Notizie Geopolitiche.


«I curdi dell’Ypg sono stati il primo baluardo all’espansione dell’Isis in Siria, si pensi alla storica battaglia di Kobane, ma per Erdogan, che negli anni della guerra ha fatto transitare dagli aeroporti turchi decine di migliaia di foreign fighters e dai confini armi dirette ai “ribelli” e petrolio contrabbandato dall’Isis, restano terroristi intenzionati ad intensificare i contatti e la cooperazione con i cugini del Pkk curdo. Si tratta, per intenderci degli stessi curdi addestrati anche dagli italiani e a spese degli italiani, nello stesso momento in cui i miliziani dell’Isis feriti venivano curati negli ospedali turchi.
[…]
Al momento dalle parti di Iran e Russia, altri attori in gioco e con la Turchia membri della “Conferenza di Astana”, tutto tace, segno che quanto sta accadendo rientra in un piano prestabilito, ma resta il fatto che la Siria verrà invasa militarmente dai militari di un paese straniero, nel beneplacito delle maggiori potenze.
Il tutto si sta svolgendo con l’ormai noiosissima retorica della “lotta al terrorismo”, termine confezionato dagli Usa per le guerre in Afghanistan ed Iraq ed oggi usato ed abusato da un po’ tutti coloro i quali hanno un fucile in mano. A cominciare da Erdogan.»

https://www.notiziegeopolitiche.net/siria-telefonata-di-erdogan-con-trump-invaderemo-il-nord-del-paese/

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(2) Nella guerra ad #alleanze variabili in #Siria, con l’uscita di scena degli #USA saranno i #curdi a rimetterci, schiacciandosi tra #Assad e #arabi. Su Ytali.


«Siria, una guerra ad alleanze variabili. Il nemico di ieri può diventare il tuo salvatore. E viceversa. Negli ultimi giorni del 2018, l’Unità di protezione popolare (Ypg), la principale milizia curda in Siria, ha fatto appello alle truppe governative perché si schierino a fianco delle proprie forze nel nord del paese per contrastare l’offensiva annunciata dalla Turchia.
[…]
I rapporti di forza consolidati sul campo hanno avuto importanti ricadute sul fronte politico-diplomatico, con l’inizio della riabilitazione del “paria Assad” nella “famiglia araba”. L’atto più significativo del riavvicinamento tra Siria e mondo arabo si è registrato il 14 dicembre, quando il Parlamento arabo, organismo espressione della Lega Araba, ha esortato i leader dei ventidue paesi dell’organizzazione a riammettere la Siria, esclusa dal consesso da ormai sette anni.»

https://ytali.com/2019/01/03/assad-il-nuovo-alleato-dei-curdi/

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(3) L’abbandono da parte degli #USA della #Siria equivale a esporre gli alleati della #YPG alle forze filoiraniane con #Assad, ma anche alle milizie del #Sudan volute da #ArabiaSaudita, #EmiratiArabi e #Qatar. Su L’Indro.


«Le truppe statunitensi dalla Siria se ne andranno, è solo una questione di tempo. Ieri il presidente americano Donald Trump lo ha confermato, anche se ha spiegato che il ritiro non sarà questione di giorni, ma avverrà ‘lentamente’. Quando non si sa. Intanto Trump ha fatto un passo avanti e ha promesso di proteggere i curdi.
[…]
Il progetto della forza araba in Siria è appena partito e già mostra le prime crepe. Due giorni fa il presidente americano Donald Trump ha definito ‘sabbia’ il territorio che presto le sue truppe dovranno abbandonare. Ma quella sabbia, sotto lo sguardo attento della Turchia, è tradizionalmente contesa da etnie curde e arabe. E adesso ospita nuove forze provenienti da altri paesi, forse dal Sudan. Il tutto a pochi passi dalle posizioni delle milizie filoiraniane che pochi mesi fa con la Siria di Assad hanno firmato un importante patto di cooperazione militare.»

https://www.lindro.it/siria-via-gli-usa-arriva-una-forza-araba/

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(4) ‪La forza negoziale di #Erdogan, che ora esercita contro l’UE, nasce dal #contratto che l’#UE stessa fece sulla pelle dei #profughi siriani. Spunti da Paolo Mieli su‬ Il Corriere della Sera.


«Quale «ricatto»? La verità è un’altra: quel contratto del 2016 che ha consentito all’autocrate turco di incassare tre miliardi di euro, fu discutibile sotto il profilo morale. Discutibile perché già allora si sapeva bene che pagavamo Erdogan affinché rinchiudesse quegli esuli in recinti molto simili a campi di contenzione. Né chiedemmo rilevanti contropartite di impegni a salvaguardia del profilo etico dell’operazione. Ci limitammo a raccomandare – come incredibilmente fa ancora oggi il segretario della Nato, Jens Stoltemberg – «moderazione». Quella «moderazione» che adesso l’Alleanza a-tlantica chiede ai tank di Erdogan entrati nella Siria settentrionale che già hanno provocato numerosi morti.
[…]
Ragion per cui se adesso l’Europa giungesse a una (lodevole) rottura con il despota di Ankara, dovremmo considerare l’uscita dei profughi dalla Turchia alla volta dell’Europa come l’esito di un atto da noi compiuto nella consapevolezza delle conseguenze che avrebbe generato.»

https://www.corriere.it/opinioni/19_ottobre_11/ipocrisia-europea-crisi-curda-ddce819e-ec51-11e9-bbaa-5355d8cbf64b.shtml?refresh_ce

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