IL SENTIRE COMUNE SUL M5S…

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…è che sotto la guida di Di Maio siano stati traditi i valori portanti (1), e già durante la crisi di governo estiva le incrinature presenti nella base di attivisti si erano riversate nel gruppo dirigente tramite la piattaforma Rousseau (2); sul piatto, alcuni dossier importanti come l'Ilva, rispetto ai quali i politici emersi dai territori si sono fortemente esposti con l'elettorato (3). Conte e Fico sono i due volti di un fronte interno cui si sono appoggiati gli scontenti di Di Maio (4), ma la scelta di ricucire - almeno mediaticamente - lo strappo (5) ha di fatto reintrodotto un leader che non è piaciuto e non piace (6); fino ad arrivare alle regionali emiliano-romagnole e calabresi (7), momento in cui si è riconosciuto definitivamente l'insuccesso della gestione di Di Maio e si è costruito un cambio di guardia centrale (8); ai facilitatori, invece, il compito di ricostruire il legame con il territorio (9).



(1) Nel #M5S sono in molti, sia fuori che dentro il #Parlamento, a soffrire il tradimento dei #valori portanti. Spunti da Giada Ferraglioni su‬ Open.


«I malumori tra gli scontenti della nuova creatura governativa erano iniziati già prima dell’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau. Voci in Parlamento, raccolte dall’Adnkronos, parlavano di una schiera di fedeli alla Lega (che non aveva mancato di fare proselitismo tra i meno convinti del patto col Pd) che stava per confluire in una lista di dissidenti chiamata “Liberi Cittadini”.
[…]
Per alcuni tra i componenti del Movimento, però, l’attivismo politico non può più ridursi a «un ago della bilancia fra destra e sinistra». Di colpo ricominciano a rifarsi strada, nella loro versione più radicale, le parole bandiera del Movimento: onestà, coerenza e dignità. «Il Movimento deve rimarcare la sua identità», si è vociferato tra i partecipanti al termine dell’assemblea di Bologna – dai contenuti ancora non chiariti.»

https://www.open.online/2019/09/07/i-ribelli-dellonesta-gli-scontenti-del-movimento-pensano-gia-a-un-futuro-senza-pd/


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(2) La base del #M5S è squadernata, e il #voto sulla piattaforma #Rousseau potrebbe far saltare qualche equilibrio interno. Spunti da Domenico di Sanzo su ‬Il Giornale.


«I capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli giovedì avevano parlato di un Movimento compatto come «un monolite», un'affermazione facilmente smentibile attraverso una radiografia, a taccuini chiusi, del ventaglio delle posizioni che si sta squadernando intorno alla consultazione sulla piattaforma gestita da Davide Casaleggio. Con una saldatura, nelle ultime ore, delle posizioni del guru aziendale con quelle del capo politico.
[…]
Sabotaggio o no, l'unica certezza «è che il voto ci sarà», ribadiscono dal Movimento. A insistere sul ricorso a Rousseau è stato nuovamente il Blog delle Stelle: «Rousseau Conta - hanno scritto i grillini in un post - non è un vezzo ma uno strumento che la nostra comunità politica si è dato per far arrivare nelle istituzioni la voce dei cittadini». E non contano solo i gruppi parlamentari: «I gruppi parlamentari del M5s hanno un ruolo importante e stanno lavorando intensamente in questi giorni per definire un possibile programma di governo, nell'esclusivo interesse degli italiani, poi la parola passerà agli iscritti certificati della piattaforma Rousseau e ci atterremo, com'è ovvio, alla loro decisione». E sui problemi della sicurezza un esponente grillino scherza: «Alla fine funziona come il televoto dei programmi televisivi».»

http://m.ilgiornale.it/news/2019/08/31/la-truffa-di-rousseau-la-casaleggio-prepara-un-plebiscito-per-conte/1745833/

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(3) Scontro duro tra l’ex ministra per il #Sud (non riconfermata) e #Conte sulla possibilità di reintrodurre lo scudo penale per #ArcelorMittal. Spunti da ‬Il Messaggero.


«Alta tensione, a quanto apprende l'Adnkronos, tra il premier Giuseppe Conte e la senatrice pugliese Barbara Lezzi, questa mattina a Palazzo Chigi durante la riunione sull'ex Ilva alla quale hanno preso parte i ministri Luigi Di Maio, Stafano Patuanelli e Federico D'Incà e i parlamentari tarantini del M5S.
[…]
Lo scontro viene descritto come molto duro. Tanto da indurre il premier a chiedere a Lezzi come faccia a non capire le ragioni dietro le quali si muove il governo, pronto a battere ogni strada pur di risolvere la situazione di Taranto. L’ex ministra ha alzato i toni da quando è stata messa fuori dal governo e, insieme ad un altro ex ministro non pugliese, guida la fronda contro Di Maio e Conte.»

https://www.ilmessaggero.it/politica/lo_scontro_nel_m5s_e_i_delusi_delle_poltrone-4857931.html

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(4) L’emergere di #Fico e di #Conte apre nuove sponde interne al #M5S, cui potrebbero appoggiarsi tutti gli scontenti di #DiMaio. Spunti da‬ Globalist.


«La prima è la più evidente, ossia la progressiva delegittimazione del giovinetto di Avellino che ha in poco tempo disperso un vero e proprio patrimonio politico e portato M5s su posizioni di estrema destra (che una spruzzata di decreto dignità non può certo controbilanciare). Ora mentre Di Maio ha raccolto solo schiaffi e ha fatto politicamente da sponda al fascistume dilagante e alle campagne di odio e razzismo, sta prepotentemente emergendo la stella di Giuseppe Conte. E al di là dei sorrisetti di circostanza a Di Maio e ai suoi boys la cosa va di traverso.
[…]
Molti si rivolgono al timido Roberto Fico chiedendo una sponda che quasi mai arriva. Altri hanno di fatto nominato per acclamazione Conte il loro leader e girano documenti (che al momento la censura interna riesce a bloccare) pieni di critiche verso Giggino e i suoi.»

https://www.globalist.it/politics/2019/08/31/i-parlamentari-m5s-contro-di-maio-se-il-capo-fara-altre-bizze-sara-rivolta-2045736.html

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(5) Il #linguaggio usato recentemente da #DiMaio e #Conte dà un colpo di spugna al passato. Spunti da Luigi d’Ambrosio su‬ Radio Popolare.


«Al di là delle dichiarazioni ufficiali, dei sorrisi degli ottimismi, delle assunzioni di responsabilità affermate nelle pubbliche dichiarazioni; al di là del tentativo del presidente incaricato Giuseppe Conte di volare alto, tanto alto da spingersi a parlare di ‘nuovo umanesimo’, il tema è sempre il potere.
[…]
La propaganda è cruciale. C’è una cosa che sorprende, e inquieta, nelle parole del presidente incaricato Conte, e in quello dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle. La convinzione, la determinazione, la assoluta mancanza di sbavature, incertezze, incrinazioni nel linguaggio con cui hanno semplicemente cancellato il passato. Il cambio di campo più repentino e radicale della storia della Repubblica è narrato come se fosse stato condotto in perfetta coerenza. “Vogliamo fare il taglio delle tasse sul lavoro, il cuneo fiscale” hanno detto. Fino a 30 giorni fa, al posto di ‘cuneo fiscale’ dicevano ‘flat tax’. Concettualmente, l’opposto. Del resto, pure il ‘nuovo umanesimo’ citato da Giuseppe Conte-bis come cardine della sua azione è concettualmente, ideologicamente l’opposto del nazionalismo sovranista di cui era protagonista il governo Lega-Movimento 5 Stelle guidato senza esitazioni da Giuseppe Conte fino a poche settimane orsono.»

https://www.radiopopolare.it/2019/08/la-neolingua-cancella-il-passato-e-i-problemi/?fbclid=IwAR08l4btkbA52cQsePK95sNj7PttIkowApZdvolc1U0j3QYCMHq7IX9krIU

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(6) La rinuncia di #DiMaio al ruolo di vicepremier ha il sapore dell'uscita di scena di un personaggio politico dimesso e modesto. Spunti da Fulvio Abbate su Huffington Post.


«Perfino nell’uscire di scena, Luigi Di Maio appare inadeguato. Causa fallimento, o quasi. O magari per conclamata modestia, penuria di idee, se non un semplice “grazie di tutto, ti faremo sapere!” da parte dei suoi amici della piattaforma Rousseau. Sembra davvero messa così la storia, il surplace del governo, comunque volga al termine l’attesa, sì, il countdown per il varo del nuovo esecutivo. “La vita di Cartesio è semplicissima” (“Vita Cartesii est simplicissima”) con queste parole il poeta Paul Valery apre un saggio sull’apparente complessità delle cose. Complesse solo a prima vista. Ovvero sovente tutto è molto più banale di come sembri, d’ogni sensazione e d’ogni timore.
[…]
Acclarato che il pubblico del quotidiano politico sa bene in che modo, tecnicamente, è avvenuta l’investitura iniziale di Di Maio. Perché mai esattamente lui lì a emergere dal casting della Casaleggio? Già, proprio le sue prerogative: dal taglio di capelli alla sfumatura alta, domande inutili ora che siamo quasi al mattino del giorno dopo. Restando in tema, il perché della scelta di una “faccia da lametta”, come direbbe Moravia volendo indicare una tipologia adatta alla narrazione popolare, faccina da foto affisse in una sala da barba, rigorosamente in bianco e nero, taglio di capelli che restituisca pulizia, affidabilità, senso del decoro. Quel decoro “medio” che nella banale percezione comune si reputa destinato a risultare rassicurante. Doroteo, potremmo dire, per estensione. La faccia e perfino la nuca di Di Maio come stigma di un governo.»

https://www.huffingtonpost.it/entry/cera-una-volta-di-maio_it_5d6a78c8e4b01108044fcea6?fbclid=IwAR2g2AD8p1s4ZESkPNwkUHT35FgWS2PWQ65MIXAeW6x-opYhihdFYiyiCDY

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(7) Dopo il crollo alle regionali, il #M5S è internamente diviso, e dovrà fare i conti con un alleato di #governo che, in #EmiliaRomagna, è stato votato dai più benestanti. Spunti da Gianfranco Polillo su ‬Start Magazine.


«Ormai i 5 stelle sono come la Gallia descritta da Giulio Cesare nel “De bello gallico”: “Omnis divisa in partes tres”. C’è innanzitutto chi si considera “terza forza”, portatore di una cultura post-ideologica, secondo le tesi più volte avanzate da Luigi Di Maio. C’è invece chi rimpiange l’abbraccio con la Lega, durante il governo giallo-verde. E chi, evidentemente, come l’attuale presidente del Consiglio (lo stesso di ieri) l’aveva subito e oggi brinda e spera nel successo della nuova ed opposta alleanza.
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Per il Pd, il meno che si può dire è che è finita la pace. Finora non doveva far altro che perseverare. Cercare di limitare il danno di fronte alle intemperanze di quei barbari che, con pazienza, doveva romanizzare. Ma l’accelerazione data dai risultati elettorali cambia il quadro, dando al partito ben altre responsabilità. Non deve solo fare la guardia al bidone. Deve assumersi l’onere delle scelte. Cosa non facile, alla luce dei risultati emiliani. Più si scava nel voto è più risulta evidente che quel successo elettorale è principalmente figlio di chi ha preferito lo status quo. Come nel primo municipio di Roma, sono i benestanti a votare il PD, mentre i sofferenti cercano altre soluzioni politiche.»

https://www.startmag.it/economia/autostrade-alitalia-ilva-come-cambiera-la-linea-del-governo-dopo-il-flop-m5s-in-emilia-romagna/

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(8) ‪Il ministro #Bonafede, non senza riluttanza, ha accettato il ruolo di capo delegazione del #M5S; per #Conte inizia ora la fase 2 di consolidamento e permanenza. Spunti da ‬Affari Italiani.


«La scelta sarebbe caduta sul Guardasigilli che, nei giorni scorsi, avrebbe manifestato più di un dubbio sull'assumere il nuovo ruolo. Ma alla fine Bonafede ha accettato di subentrare a Luigi Di Maio ed essere la 'voce' dei 5 Stelle nell'esecutivo giallorosso. Ora che il Movimento ha sciolto la riserva sul capo delegazione, il premier Giuseppe Conte potrà accelerare sulla cosiddetta fase due dell'esecutivo, a partire dalla verifica necessaria per stilare il cronoprogramma con cui le forze di maggioranza mirano ad arrivare a fine legislatura.»

http://www.affaritaliani.it/politica/bonafede-capo-delegazione-m5s-ko-il-riformista-patuanelli-governotempi-duri-649428.html

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(9) Una squadra di #facilitatori per costruire il legame con il #territorio, è il rilancio che il #M5S si dà dopo la defezione dei 3 senatori. Spunti da Marvin Ceccato su‬ AGI.


«I team del futuro "non è una panacea, ma è solo un primo step. È fatto di facilitatori e non di decisori", ha detto ancora Di Maio. "Non sempre abbiamo avuto una persona che potesse dare una visione dei prossimi 10- 15 anni dell'Italia su un singolo tema", queste nuove figure "devono facilitare i processi". L'obiettivo "è che ogni cosa che pensiamo si debba tradurre in iniziative sul territorio per aggregare gente".
[…]
"Quello che mi permetto di dire è che se esistesse una legge che noi abbiamo proposto che dicesse 'cari signori volete cambiare forza politica, ne avete il diritto, ma andate a casa e vi fate rieleggere', allora cambierebbero tante cose. Ricordo che anche la legge Fornero è stata votata anche grazie ai cambi di casacca", ha rimarcato, non senza dichiarare: "Il Movimento quando perde personaggi che il giorno dopo dicono 'vado a dare 3000 euro ogni mese alla Lega per restituire i 49 milioni, ci ha guadagnato".»

https://www.agi.it/politica/m5s_facilitatori-6743240/news/2019-12-16/

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