SHUT UP AND TAKE MY MONEY: FUNZIONA?



Negli Stati Uniti inizia a diventare chiaro che la ripresa sta avvenendo a due velocità diverse: rapida e vantaggiosa per i più forti, lenta e instabile per i più deboli; se da un lato quello attuale è un momento ottimo per fare investimenti immobiliari, ad esempio, molti neri e ispanici dubitano di riuscire a pagare l’affitto nei prossimi mesi (Washington Post). In Italia questo si è reso visibile a livello generazionale: secondo un rapporto Nomisma, il 44% dei quarantenni (generazione Y e X) all’uscita dal lockdown si è trovato in difficoltà ad affrontare almeno tre voci di spesa (bollette, affitto, rate di finanziamenti); si parla di tre milioni di italiani (Linkiesta), molti dei quali sono dovuti tornare a vivere con i propri genitori.

La questione che resta aperta è se la linea adottata dal Governo, di impedire i licenziamenti ed elargire bonus per evitare grossi sbandamenti, siano una misura adeguata per impedire la caduta o se invece non si sia imbalsamata la crisi attuale, che però continua a lavorare sotto la superficie (Phastidio Podcast). Sicuramente l’istituto della Cassa Integrazione, per come è stato pensato ora, congela il lavoratore nella relazione univoca con il datore di lavoro, come sottolinea Tito Boeri (La Voce in Capitolo), e impedisce così di ripensare la crisi stessa come un’opportunità per cambiare vita. Dall’altra parte, l’elargizione di bonus senza distinzione di reddito (i c.d. helicopter money in senso lato), sembra non ovviare ai problemi sui versanti dell’offerta e della domanda (Econopoly). Rimane aperta, del tutto aperta, quindi, la partita delle riforme, rispetto alla quale non emerge ancora una meta chiara e definita.

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