È CONNOTATO DA FORTE AMBIVALENZA…

…il ritorno dell'ambasciatore italiano a Il Cairo: da un lato risponde a necessità economiche (1), ma dall'altro potrebbe addirittura essere strategico ai fini delle indagini (2). Ad ogni modo, pare che il discorso ufficiale si stia spostando verso una revisione delle vicende diplomatiche (3) e una declassazione del valore politico e sociale del caso Regeni (4).

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IL RITORNO DELL'AMBASCIATORE ITALIANO…


(1) Gli #interessi politici ed economici dell'#Italia in #Egitto sono troppo fitti perché il caso #Regeni possa diventare base di #conflitto. Spunti da Lara Tomasetta su TPI.

«Secondo il diciassettesimo rapporto annuale dell’Unione europea, nel 2015, l’Italia ha inviato in Egitto 3.661 fucili e accessori per un valore di oltre 4 milioni di euro; 66 pistole o rivoltelle del valore di 26.520 euro insieme a 965.557 euro di parti ed accessori per pistole e rivoltelle.

Secondo i dati Istat resi noti dall’Espresso, nel 2016, le esportazioni italiane verso l’Egitto sono state pari a 3.089,11 milioni di euro e dunque superiori ai due anni precedenti nel 2014 circa 2,7 milioni di euro e 2,9 milioni di euro nel 2015. Un flusso che non si è interrotto nemmeno dopo l’incidente diplomatico provocato dalla misteriosa morte di Giulio Regeni.»

https://www.tpi.it/interviste/tutta-la-solitudine-dei-genitori-di-giulio-regeni-contro-la-ferocia-del-governo-egiziano/

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(2) Esiste una visione alternativa sul caso #Regeni, che vede nel ritorno dell'#ambasciatore italiano la possibilità di presidiare le indagini. Spunti su L’Antidiplomatico.

«“No, mi riferisco al fatto che nel 2016, pochi mesi dopo la tragedia di Regeni, l’università di Cambridge ha provato ad ingaggiare un altro studente italiano e a mandarlo al Cairo per svolgere inchieste analoghe a quelle di cui si occupava Giulio (i modelli organizzativi dei sindacati, ndr). Cioè, gli inglesi ci hanno provato di nuovo. Perché? Qual è il vero obiettivo di quell’università?”.
[…]
[…] Avere l’ambasciatore sul posto fa l'interesse della verità. Un’interlocuzione non zoppa è necessaria qualora dovessero essere percorse altre strade. E poi, non mi sembra che in questi 18 mesi lo strumento di massima pressione diplomatica abbia prodotto chissà quali risultati. Insomma, la famiglia invece che indignata dovrebbe sentirsi protetta. Ma davanti al dolore di una famiglia si può solo tacere.»

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-generale_tricarico_sul_caso_regeni_se_fosse_proprio_il_ritorno_dellambasciatore_al_cairo_a_favorire_la_verit/82_21236/

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(3) Nelle #comunicazioni ufficiali viene rivista la trama di motivi che ha portato al ritiro dell'#ambasciatore italiano in #Egitto. Spunti da Riccardo Noury su Overthedoors.

«In sintesi, il Ministro degli Esteri ha detto che il ritiro dell’ambasciatore era volto a favorire l’aumento della cooperazione giudiziaria tra le due procure.

Il ritiro dell’ambasciatore era in realtà stato reso necessario dall’esigenza di avere la verità, tutta la verità. Non è che siccome le procure si sono viste qualche volta di più e da quella del Cairo qualche scartoffia in arabo è arrivata, il risultato è stato ottenuto e allora si è potuto rimandato l’ambasciatore.»

https://overthedoors.it/diritti-umani/giulio-regeni-linformativa-del-governo-alle-commissioni-esteri/amp/

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(4) Sminuire la #memoria per neutralizzare il potenziale #politico e #sociale: è la #retorica celebrativa su Giulio #Regeni. Spunti da Luigi Manconi su Il Manifesto.

«Al di là delle motivazioni formali, la vera ragione è che, da sempre, nei confronti dei familiari si assume un atteggiamento sminuente, se non denigratorio, anche quando si propone come massimamente rispettoso. «La più affettuosa comprensione» e la «la più doverosa solidarietà», ovviamente, verso il loro dolore e, allo stesso tempo, la riduzione delle loro parole alla sola dimensione dell’emotività.
[…]
La tragedia di Giulio Regeni viene in genere considerata come un fatto non politico o pre-politico o, nell’interpretazione più favorevole, umanitario. Mentre, all’opposto, può ritenersi che le questioni sollevate da questa vicenda – non solo da essa, ovviamente – possano costituire il cuore della politica e il suo fondamento materiale e sociale.»

https://ilmanifesto.it/la-doppia-morte-di-giulio-regen/

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(5) Mentre si alza l'attenzione sui #dirittiumani, in #Egitto scompare l'avvocato della famiglia #Regeni. Intanto #Cantini si insedia. Spunti da Giuliano Foschini su Repubblica.

«Ieri è successo però altro, denunciano dall'Ecrf. L'avvocato Ibrahim Metwaly, 53 anni - una delle persone che fisicamente avevano scritto quel rapporto in cui vengono messe nero su bianco alcune pratiche del regime egiziano, purtroppo ben note in Italia è stato fermato all'aeroporto del Cairo mentre saliva su un volo per Ginevra dove era stato invitato per relazionare al consiglio dei diritti umani sulla situazione in Egitto.
[…]
Sarà dunque questo il clima che troverà la prossima settimana il nostro ambasciatore, Gianpiero Cantini, che dopo più di un anno riaprirà la sede diplomatica italiana al Cairo. Ed è in questo clima che si dovrebbe tenere, probabilmente entro il mese di settembre, il vertice dei magistrati italiani con la procura generale del Cairo che ha promesso, per l'ennesima volta, "tutto lo sforzo per trovare gli assassini e i torturatori di Giulio".»

http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/11/news/regeni_scomparso_avvocato-175212602/

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